Recensione: "La fattoria degli animali" George Orwell

Buon pomeriggio Sognatori,
era proprio ora di recuperare un po' dei titoli sepolti in WL e quale titolo migliore di un bel classico?

TITOLO: La fattoria degli animali
AUTORE: George Orwell
EDITORE: Mondadori
PAGINE: 141
PREZZO: € 12,00-ebook € 7,99
Gli animali di una fattoria, stanchi dei continui soprusi degli esseri umani, decidono di ribellarsi e, dopo avere cacciato il proprietario, tentano di creare un nuovo ordine fondato su un concetto utopistico di uguaglianza. Ben presto, tuttavia, emerge tra loro una nuova classe di burocrati, i maiali, che con l'astuzia, la cupidigia e l'egoismo che li contraddistinguono si impongono in modo prepotente e tirannico sugli altri animali più docili e semplici d'animo. Gli elevati ideali di uguaglianza e di fraternità proclamati al tempo della rivoluzione vittoriosa vengono così progressivamente traditi e, sotto l'oppresisone di Napoleon, il grosso maiale che riesce ad accentrare in sé tutte le leve del potere e ad appropriarsi degli utili della fattoria, tutti gli animali finiscono per conoscere gli stessi maltrattamenti e le stesse privazioni di prima. L'acuta satira orwelliana verso un certo tipo di totalitarismo, che ha avuto in Stalin la sua esemplificazion più clamorosa, è unita in questo apologo a una felicità inventiva e a un'energia stilistica che pongono "La fattoria degli animali" sulla linea della grande tradizione libellistica inglese del Settecento.
La fattoria degli animali è un classico della letteratura di cui ho rimandato fin troppo la lettura. Sotto le spoglie di un racconto che richiama per più aspetti il mondo delle fiabe, quest'opera nasconde un'allegoria con cui l'autore, neanche troppo velatamente, critica il comunismo sovietico, con riferimento piuttosto marcato all'era staliniana.

Nel libro infatti seguiamo le vicende di un gruppo di animali che stanchi di esser sfruttati dagli esseri umani si ribellano per dar vita ad una società in cui tutti sono uguali ed in cui possano godersi i frutti del loro lavoro.
A guidare questo nuovo regime sono i maiali che, se da principio si adoperano per creare una società egualitaria dove tutti godono degli stessi diritti, alla fine si trasformano loro stessi nei tiranni contro cui all'inizio si erano ribellati.

Orwell usa con sagacia la satira per raccontare di tutte quelle rivoluzioni che a loro volta diventano regimi, non solo tradendo i principi che li hanno spinti alla lotta, ma trasformandosi in oppressori peggiori di quelli che hanno scacciato.
Infatti nel romanzo i maiali, da principio propulsori della rivolta, finiscono non solo per farsi corrompere dal potere, ma per tradire i principi che li hanno guidati, riscrivendoli a proprio vantaggio.

Ma in questa allegoria Orwell non dimentica nessuno e oltre ai maiali che rappresentano i capi rivoluzionari, poi corrotti dal potere, gli altri animali simboleggiano altri membri della società. Ad esempio Gordiano, il cavallo, ha nel racconto un ruolo fondamentale per il sostentamento della fattoria e crede profondamente nella dignità del lavoro, simboleggia il lavoratore umile e onesto che viene sfruttato per la sua ingenuità /ignoranza fino alla fine.
Al suo opposto c'è invece Beniamino l'asino cinico e scettico che dubita della sincerità di chi gli sta accanto e non crede nella validità di questa rivoluzione, ribadendo più volte che le cose alla fine non cambiano mai.

Tra loro due troviamo cavalli e pecore, conigli e merli, ognuno dei quali ha un ruolo preciso, letterale e figurato.

L'aspetto che più mi è piaciuto de La fattoria degli animali è che nonostante si tratti di un libro che veicola una grande critica verso un potere forte, la storia resta semplice, di facile lettura e immediata nei suoi significati sia letterali che allegorici.
Un classico che resta sempre attuale e vale assolutamente la pena leggere. 


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