Eccomi qua, finalmente torno a parlare di libri e lo faccio con un genere che non è certo tra i miei preferiti, ovvero la biografia e nello specifico quella di Niel Amstrong. Potreste chiedervi come sono inciampata in questo libro?
Fin da piccola ho sempre trovato la storia dello sbarco sulla luna semplicemente affascinante, anzi tutto ciò che riguarda l'esplorazione spaziale esercita sulla sottoscritta un'attrazione indescrivibile. Sarà che a pensarla da qui l'idea che siamo stati nello spazio, che siamo arrivati addirittura su un altro corpo celeste, sembra quasi fantascienza, ma ogni volta che trovo film, documentari, libri sull'argomento non riesco a resistere.
Quest'anno poi che ricorre l'anniversario dello sbarco la mia curiosità è stata stuzzicata all'inverosimile.
Così quando sfogliando le mille pagine della mia WL (che già da sé diventa una lettura impegnativa) mi è caduto l'occhio su
First Man, mi è scattato qualcosa e ho pensato che fosse proprio il momento giusto per dedicarmi a questa biografia.
E dunque eccomi qua a scrivere la recensione (anzi forse più una riflessione) sulla storia del primo uomo che ha messo piede sulla luna. :)
TITOLO:
First Man - Il Primo Uomo
AUTORE:
James R. Hansen
EDITORE:
Rizzoli
PAGINE:
571
«Sentii Buzz dire qualcosa sul contatto. Ma eravamo ancora sopra la coltre di sabbia, e non ero sicuro che avessimo davvero toccato. La spia poteva presentare un'anomalia e il mio istinto mi diceva di avvicinarmi ancora. Fu una questione di istanti. Il pericolo era di danneggiare il motore portandolo troppo vicino alla superficie lunare quando era ancora acceso. A ripensarci, la possibilità che qualcosa andasse storto esisteva…»
Con queste parole preziose Neil Armstrong rievoca, soffermandosi su ogni singolo momento, l'epica impresa che, domenica 20 luglio 1969, fece di lui il primo uomo a mettere piede sulla Luna. Mentre milioni di persone sulla Terra lo seguivano ammutolite davanti al televisore per poi esplodere in un moto di gioia irripetibile, Neil compì quello che definì un piccolo passo per un uomo, un grande passo per l'umanità. Ma non si trattò di una missione priva di rischi e imprevisti - non si poteva ben prevedere la consistenza della superficie lunare, il carburante sarebbe bastato per soli 45 secondi dopo l'allunaggio… -, né fu un caso che sia stato proprio Armstrong a portarla a termine. Originario dell'Ohio ("the middle of nowhere"), Neil è uno di quegli eroi moderni che nascono solo negli States. Classe media, con un padre duro, fin da piccolo si appassiona alla meccanica degli aerei e presto viene arruolato come pilota nella guerra di Corea, dove si salva solo eiettandosi in volo. Al ritorno in patria entra nella NASA, ma la vita lo castiga: gli muore una figlia. Lui non molla ed è proprio il suo unico mix di passione ingegneristica per il volo, serietà, intransigenza e dedizione al grande sogno della missione sulla Luna a fargli meritare il ruolo di comandante della missione Apollo 11.