Oggi parliamo di un libro che ho trovato per caso navigando su MLOL e che mi ha colpito per la cover. Sinceramente quando ho iniziato a leggerlo pensavo si trattasse di un semplice racconto sull'Olocausto, soprattutto visto la particolarità del narratore. Solo alla fine ho scoperto che quella che racconta Anna Lavatelli è una storia vera.
TITOLO: Il violino di Auschwitz
AUTORE: Anna Lavatelli
EDITORE: Interlinea
PAGINE: 88
PREZZO: € 8,00 - ebook € 3,99
AUTORE: Anna Lavatelli
EDITORE: Interlinea
PAGINE: 88
PREZZO: € 8,00 - ebook € 3,99
Cicci ha tutto ciò che una ragazza possa desiderare: una vita bella e agiata, una famiglia che le vuole bene, tanti amici e una grande passione per la musica. Ma è ebrea e durante la guerra tutto cambia. Le rimarrà solo il suo violino, da cui non si separerà a nessun costo. Sarà proprio lui a raccontare, dopo un lungo silenzio, la lenta discesa di Cicci verso l'inferno del campo di concentramento di Auschwitz, dove sarà costretta a suonare per le SS. Scoprirà però che la musica rende liberi. Età di lettura: da 8 anni.
Inizio questa recensione dalle note finali perché sono quelle ad avermi fatto capire che la storia che avevo appena letto non era frutto della fantasia dell'autrice, ma una testimonianza di uno dei capitoli più buio dello scorso secolo.
Il violino di Auschwitz è la storia dello strumento che finì per far parte dell'orchestra usata per intrattenere le guardi al campo di concentramento di Auschwitz e che poi, in seguito ad un incidente, fu abbandonato in uno dei magazzini dove, una volta avvenuta la liberazione fu ritrovato.
Ma Il violino di Auschwitz è anche molto di più, è la storia della famiglia Levy, una famiglia ebrea che nel 1938 fu arrestata e deportata, è la storia di Eva Maria e della sua vita spezzata troppo presto ed è la storia di come anche nei posti più bui la musica, ma anche l'arte in generale, possa offrire speranza.
Il violino di Auschwitz è dunque uno strumento reale, costruito da Collin Mezin e comprato da Edgardo Levy a sua figlia Eva Maria una giovane violinista di talento. Essendo i Levy una famiglia ebrea, quando l'Italia emanò le leggi razziali cercarono di fuggire in Svizzera, ma per trovare l'aiuto di cui avevano bisogno per passare clandestinamente il confine furono costretti a fermarsi presso casa di amici, dove poco dopo la madre ed i due figli, Eva Maria e Enzo, furono arrestati per poi essere deportati ad Auschwitz.
Qui la donna venne subito inviata alla camere a gas, mentre i due ragazzi divisi.
Eva Maria, che era riuscita a tenersi stretta lungo la fuga il violino, finì per suonare nell'orchestra del campo fino al giorno in cui il suo strumento si ruppe e la ragazza fu costretta a tornare a lavorare con le altre prigioniere.
Dal campo di concentramento non fece ritorno, ma la sua storia, la storia della sua famiglia è sopravvissuta all'orrore. Enzo, l'unico dei Levy sopravvissuto ai campi riuscì a recuperare il violino della sorella che al suo interno celava il bigliettino che lui stesso le aveva scritto durante la prigionia "Der Musik macht frei", La musica rende liberi.
Il violino di Auschwitz è una storia bellissima che sfrutta la voce del narratore più improbabile, quella dello stesso violino, per passare ai ragazzi questa importantissima testimonianza.
Il libro è scritto in maniera semplice e diretta e corredato da bellissime illustrazioni che accompagnano il racconto anche nei momenti più tragici e lo rendono perfetto per i giovani lettori.
Oltre al violino ci sono altri simboli posti a ricordare la tragedia di questa famiglia, come la casa in cui trovarono riparo ed in cui furono arrestati, ma lo strumento resta il lascito più emblematico di questa vicenda la cui storia si compone di un ultimo capitolo. A distanza di molti anni infatti Enzo dopo aver deciso di portare il violino da un liutaio affinché lo riparasse non tornò più a prendere il prezioso strumento.
Forse Enzo non era in grado di pagare la costosa riparazione.
Forse preferiva dimenticare la tragedia che avevamo condiviso.
Forse era andato via, lontano da tutto.
Forse non poteva più ritornare.
Forse la sua ferita non si poteva riparare.
Oggi il violino si trova in un museo dove continua a raccontare la sua storia, a portare il suo messaggio ad essere il simbolo di quella vita spezzata e di una tragedia che ci tocca un po' tutti.
Dunque tra racconto e documenti Il violino di Auschwitz è un testo di cui consiglio la lettura a grandi e piccoli, per ricordare verità che non vanno dimenticate e che hanno riguardato anche il nostro paese.
Ciao Alisya, ho conosciuto l'autrice qualche mese fa, quando è venuta nella biblioteca in cui al momento sto lavorando, però non ho mai letto nulla di suo: questa storia, per esempio, mi ispira davvero molto!
RispondiEliminaWOW che fortuna! :) Io non la conoscevo, ma dopo aver letto questo voglio leggere altro di questa autrice.
Eliminauno di quei libri necessari, me lo segno subito!
RispondiEliminaTesto breve ma che non può lasciare indifferente! ♥
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