Io avrei voluto iniziare l'anno con una recensione entusiasta, ma proprio non ce la faccio. Con tutte le aspettative che avevo verso questo libro, la delusione nel leggerlo è stata cocente.
Volete sapere perché?
Be, non vi rimane che continuare a leggere!;)
TITOLO: Il curioso Caso di Benjamin Button
AUTORE: F. Scott Fitzgerald
EDITORE: Donzelli
Pagine: 59
Prezzo: € 11,50
Baltimore 1860. Una coppia della buona borghesia dà alla luce il primo figlio, ma l’atteso lieto evento porta con sé una sorprendente quanto bizzarra e inspiegabile circostanza: nella culletta della nursery, che reca il cognome Button, piccolo come un neonato c’è un vecchio settantenne stempiato dalla lunga barba grigia, con tanto di copertina e pannolini . Parte così Il curioso caso di Benjamin Button, la storia di un uomo che nasce vecchio e muore bambino, incrociando al rovescio tutte le età e le tappe della vita. Troppo malandato e fiacco per i giochi dei coetanei bambini, e troppo bambino per arruolarsi nella prima guerra mondiale, Benjamin riesce ad andare a tempo con la vita e il mondo solo nell’età dimezzo, quando pur essendo maturo è ancora abbastanza brillante da attrarre le giovani donne e da intrattenere i giovani gentiluomini del suo rango. Bizzarria dopo bizzarria, anno dopo anno, la sua «decrescita», lo porterà a finire i suoi giorni poppando beato il latte di una balia,mentre coscienza e memoria scivolano nel buio.
Forse per capire cos'è che mi ha tanto turbato in questo racconto devo iniziare col dirvi quanto mi piaccia il film su Il curioso caso di Benjamin Button. Be' in due parole lo adoro!
Ha tutto: una storia intrigante, un personaggio interessante, un amore travagliato e quel non-so-che che mi inchioda davanti allo schermo ogni volta che lo danno in tv. Ma proprio ogni volta.
Dunque quello che mi aspettavo era di ritrovare, almeno in parte, questa stessa magia nel libro, che ok è un racconto di pochissime pagine, però qui parliamo proprio di un'altra storia.
In fondo con Novecento di Baricco mi è successo la stessa cosa; amo così tanto il film che per anni ho rimandato la lettura del racconto perché come poteva una storia come quella stare in così poche pagine? In quel caso però ho dovuto ricredermi perché, nella sua semplicità libro e film erano simili ed è stato facile ritrovare tra le pagine le atmosfere (e anche molto battute) della versione cinematografica.
Con Il cuorioso caso di Benjamin Button non è successo e quando vi dico che film e libro sono diversi, intendo proprio tanto diversi. In pratica l'unica cosa che hanno in comune è l'idea che ne sta alla base di questo bambino nato vecchio e che via via va ringiovanendo.
Nella storia di F.S. Scott Benjamin viene al mondo vecchio, ma non viene abbandonato dai genitori che non solo lo tengono, ma lo crescono come se il figlio fosse a tutti gli effetti un bambino normale e non un vecchietto con la lunga barba bianca.
A differenza del film però la vita inversa del protagonista non riguarda solo l'aspetto estetico, Benjamin viene al mondo con l'aspetto e la psicologia di un anziano, con cui condivide interessi, passatempi e mentalità, e mano mano che la storia va avanti ringiovanisce nel corpo e nello spirito fino a perdere nozione di come si cammina, parla e dimenticando tutta la vita vissuta.
Un'altra importante differenza riguarda la vita di questo personaggio che si rivela molto meno avventurosa e varia, meno segnata da eventi straordinari, ed infatti alla fine si tratta semplicemente della vita di un uomo comune ma che scorre al contrario.
Tra tutti però il cambiamento che più mi ha deluso è quello relativo alla natura di Benjamin reso qui molto più superficiale, egoista e a tratti anche immaturo. Ne è unesempio il rapporto che tesse con la moglie.
Avete presente la travagliata storia d'amore del film dove i due personaggi continuano a girarsi intorno senza trovarsi fino al momento giusto? Ecco, dimenticatevela.
Nel libro Benjamin si sposa quando ha l'aspetto di un cinquantenne (in realtà ha circa 24 anni) con una ragazza di 20, con la disapprovazione di tutti quelli che non conoscono la natura della sua condizione. Solo che arrivato nella situazione avversa ovvero quando è lui a sembrare giovane e la moglie ormai ha cinquantanni Benjamin esterna, neanche troppo velatamente, l'insofferenza per la natura di questa unione visto che non prova più alcuna attrazione verso la donna.
Certo, questo si spiega con il fatto che il protagonista regredendo anche psicologicamente diventa sempre più immaturo e superficiale, però ci sono rimasta male lo stesso. :(
Dunque due storie con nature diverse, ma soprattutto con livelli di introspezione agli antipodi. Infatti per quanto il film ci porta dentro la testa e il cuore di Benjamin, il libro è solo il racconto della normalità dell'esistenza di una vita che scorre al contrario.
Da parte del protagonista non c'è introspezione, non ci sono riflessioni... dovendo cercare una mancanza nel testo direi che manca il dramma, il conflitto.
Per amore di cronaca dovrei dire che la maggior parte delle recensioni su questo racconto mi aveva già messo in guardia sul testo che mi sarei trovata davanti, eppure un po' di delusione c'è stata comunque perché, almeno per me, il libro, per quanto originale nell'idea e scritto bene, non è assolutamente allo stesso livello del film.
Per apprezzare al meglio Il curioso caso di Benjamin Button è bene quindi non avere in mente la versione cinematografica, ma godersi senza preconcetti il racconto semplice di una vita vissuta al contrario, ma che nella sua particolarità non si discosta dal percorso di chiunque altro.
Mmm... Non ho ancora visto il film, quindi forse mi troverei nella situazione ideale per apprezzare meglio il libro. Però continuo a provare molta più curiosità nei confronti dell'adattamento, che del romanzo in sé per sé! :)
RispondiEliminaSe non hai mai visto il film ti consiglio di leggere prima il libro in modo da fartene un'opinione obiettiva. Il film comunque merita tantissimo! :)
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