Ebbene sì, questa potrebbe essere la volta buona. Forse, ma solo forse, sono riuscita a risolvere i problemi di connessione che da 15 giorni non mi danno pace (ovviamente ora che ho cantato vittoria smetterà di funzionare tutto)!
Oggi vi parlo di un libro che esulta un po' dalle mie solite letture visto che non sono solita affrontare testi teatrali. In questo caso a convincermi è stata la curiosità verso l'autrice, premio Nobel per la letteratura nel 2004 e il personaggio al centro del monologo.
TITOLO: Jackie
AUTORE: Elfiede Jelinek
EDITORE: La nave di Teseo
PAGINE: 87
PREZZO: € 9,00 - ebook € 9,99
Scritto nel 2002, il monologo Jackie, pur avendo una forte autonomia estetica e concettuale, è la quarta parte di una pentalogia dedicata a miti e figure femminili, raccolta in volume nel 2003 con l’allusivo titolo La morte e la fanciulla I-V. Drammi di principesse (di prossima pubblicazione per La nave di Teseo). Jacqueline Kennedy si rivolge al lettore situata in un altrove che non è la vita, dalla quale si è già congedata, e nemmeno un tradizionale aldilà trascendente, ma piuttosto l’indistinto immaginario in cui questa figura continua a esistere nell’epoca della comunicazione di massa. Nel dramma non troviamo infatti un personaggio colto in un momento centrale della sua esistenza, e nemmeno la coerente narrazione retrospettiva, svolta in prima persona, di una vita giunta al suo termine. Jackie parla al presente, come se gli avvenimenti a cui ha preso parte continuassero a svolgersi incessantemente. In un certo senso la sua voce sembra un commento fuori campo a una serie di celebri sequenze filmiche e fotografiche presenti nell’immaginario collettivo, fondamento della diffusa costruzione mitografica di Jacqueline Kennedy.
Jackie è un testo che fa parte del ciclo La morte e la fanciulla, ma che può comunque essere affrontato in totale autonomia.
Voce narrante e protagonista, come è facile immaginarsi dal titolo, è Jacqueline Kennedy la moglie di uno dei più famosi presidenti degli Stati Uniti d'America.
Nonostante la brevità del testo, perché tolte prefazioni e riflessioni varie, il monologo in sé non supera le 30 pagine, leggere Jackie non è stato facile, perché ad essere sincera non ero preparata a quello a cui andavo incontro.
Da sempre sono affascinata dalle grande icone femminili dello scorso secolo e scegliendo questo testo non mi aspettavo di assistere ad un monologo il cui unico scopo sembra essere distruggere l'immagine di Jackie così com'è rimasta nell'immaginario collettivo.
La sensazione che ho avuto leggendo è quella di venire travolta dal fiume di parole che sgorga da questo personaggio, dalla forza e a tratti perché no anche dalla rabbia e dalla disillusione. Dal rapporto col marito, allo sforzo dare sempre la giusta immagine pubblica, Jackie si lancia in questo sfogo senza censurare le amarezze e fragilità. Così Jelinek svela che dietro al mito si nasconde una donna svuotata, che porta in sé il peso di tante tragedie che nel tempo hanno investito la sua famiglia.
Jackie è un testo carico, intenso che travolge e trasporta il lettore anche se non lo prenderei come un ritratto della donna di Jacquiline Kennedy, ma piuttosto come il ritratto ideale dell'icona di Jackie, di quell'immagine che è rimasta impressa e passata alla storia.
Mi piacerebbe molto vederlo in teatro, perché sono sicura che è su un palco, con la fisicità di un attore che questo monologo riesce a rivelare tutto il suo potenziale.
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