Titolo: Elenor Oliphant sta benissimo
Autore: Gail Honeyman
Editore: Garzanti
Pagine: 318
Prezzo: € 17,90 - € 9,99
Mi chiamo Eleanor Oliphant e sto bene, anzi: sto benissimo.
Non bado agli altri. So che spesso mi fissano, sussurrano, girano la testa quando passo. Forse è perché io dico sempre quello che penso. Ma io sorrido. Ho quasi trent’anni e da nove lavoro nello stesso ufficio. In pausa pranzo faccio le parole crociate. Poi torno a casa e mi prendo cura di Polly, la mia piantina: lei ha bisogno di me, e io non ho bisogno di nient’altro. Perché da sola sto bene.
Solo il mercoledì mi inquieta, perché è il giorno in cui arriva la telefonata di mia madre. Mi chiama dalla prigione. Dopo averla sentita, mi accorgo di sfiorare la cicatrice che ho sul volto e ogni cosa mi sembra diversa. Ma non dura molto, perché io non lo permetto.
E se me lo chiedete, infatti, io sto bene. Anzi, benissimo.
O così credevo, fino a oggi.
Perché oggi è successa una cosa nuova. Qualcuno mi ha rivolto un gesto gentile. Il primo della mia vita. E all’improvviso, ho scoperto che il mondo segue delle regole che non conosco. Che gli altri non hanno le mie paure, non cercano a ogni istante di dimenticare il passato. Forse il «tutto» che credevo di avere è precisamente tutto ciò che mi manca. E forse è ora di imparare davvero a stare bene.
Anzi: benissimo.
Eleanor Oliphant sta benissimo è un romanzo che si distingue per la particolarità della sua protagonista, una donna con un modo di vedere e vivere il mondo assai diverso da quello considerato "normale". Eleanor guarda agli altri con distacco, lo stesso che riserva anche a se stessa, tagliando fuori tutte le emozioni. Ogni scelta, ogni aspetto della sua vita, è deciso in base a criteri razionali e funzionali piuttosto che estetici e frivoli: dai vestiti con cui va a lavoro, ai mobili, dal taglio di capelli ai pasti che consuma. Tutto risponde a criteri pratici che poco hanno a che fare con la gioia di vivere.
Di primo acchito l'impressione che ho avuto è che Eleanor potesse soffrire di una qualche forma di autismo, cosa che avrebbe spiegato il modo freddo con cui si rapporta con gli altri. Invece i fantasmi che si porta dietro sono di ben altra natura e le danno tutt'ora la caccia, motivo per cui la protagonista ha eretto un muro tra lei e il mondo, un muro per tenere fuori gli altri, per tenere fuori il dolore, per tenere fuori tutto ciò che può far male.
Così Eleanor agisce in base ad una serie di regole e precetti del tutto razionali che applica in modo rigido che le indicano i comportamenti corretti da assumere nelle diverse situazioni. Ciò la rende una persona rigida, molto legata alle sue routine che di nuovo servono a darle un falso senso di pienezza e di sicurezza.
Tutto ciò si riflette ovviamente anche sui suoi rapporti sociali che sono rari, rigidi e formali. Eleanor non ha amici, non ha famiglia, non ha contatti umani. Questo fa di lei una donna sola, una persona diversa dalla "norma" e di conseguenza ne fa un'emarginata, in quanto le altre persone difficilmente rispondono a quell'insieme di schemi e regoli che per lei sono tanto importanti.
Eppure Eleanor Oliphant sta benissimo, perché almeno all'inizio la donna non si accorge de vuoti che ha nella sua vita e che cerca di coprire con le sue abitudini, cosa che invece vede benissimo il lettore e che trasportano questo personaggi dritto fino al cuore.
Dunque si crea una dicotomia tra la percezione di Eleanor di stare bene, nel suo isolamento e con le sue abitudini, e la percezione del lettore che la vede per ciò che è, una donna sola che conduce una vita vuota e al di sotto delle sue possibilità. La situazione però non è destinata a perdurare grazie al verificarsi di alcuni eventi inattesi: Eleanor infatti incontra il perfetto principe azzurro nei panni di un musicista dall'aspetto raffinato, conosce un tecnico del computer dall'aspetto trascurato, ma di buon cuore ed un vecchietto che ha un malore proprio di fronte a lei.
L'insieme di questi tre piccoli eventi cambierà radicalmente la vita della donna, rompendo tutti i suoi schemi e facendole assaporare la dolcezza dell'imprevedibilità che è il motore della vita.
In questo viaggio non privo di falsi passi, dolore e imprevisti Eleanor riscopre il valore e il calore che possono dare le emozioni, l'importanza di sentimenti come l'amicizia e l'amore e la dolcezza che solo un vero contatto umano può regalare.
Essendo il romanzo raccontato in prima persona, proprio attraverso gli occhi di questa protagonista così singolare, è stato strano non provare inizialmente simpatia per lei. Attraverso le sue parole riuscivo a vedere Eleanor attraverso gli occhi di chi le sta intorno e in qualche modo capivo il perché dei loro atteggiamenti. Vedendola da fuori dà l'impressione di essere altezzosa, fredda, sprezzante e disinteressata a legare con gli altri, cosa di cui per altro lei stessa si è convinta, mentre in realtà tutto ciò è in contrasto con le buone intenzioni da cui è animata.
La meraviglia di questo libro sta dunque nella trasformazione della protagonista, nel poter assistere ai piccoli passi che Eleanor compie per cambiare, dimostrando come le cose non sono mai come appaiono.
Altro grande punto a favore è lo stile con cui l'autrice tocca temi delicati come la solitudine, l'isolamento e perfino il suicidio, senza abbandonarsi al dramma, anzi ricorrendo all'ironia e al sarcasmo dati dalla scelta di un punto di vista così fuori dall'ordinario.
Eleanor Oliphant sta benissimo è un romanzo dolce e piacevolissimo, un esordio da non lasciarsi scappare che saprà commuovere e avvincere il lettore, grazie ad una protagonista unica che è l'emblema di quanto più forte e quanto più fragile ci sia nell'animo umano.
Un romanzo in cui tutti si possono ritrovare e che vi consiglio spassionatamente!!
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