Recensione: "La casa senza specchi" Mårten Sandén

Ok, ci riprovo. Ci vuole calma e un atteggiamento zen.... cosa non facile quando il pc decide di cancellarti senza motivo la recensione su cui hai lavorato per ore.

Ohm!!! Ohm!!!

Vabbè ripartiamo.
Oggi voglio parlarvi (tecnologia permettendo) di una favola moderna fatta di luci e ombre che mi ha stupito molto. A dispetto da ciò che pensavo quando l'ho preso, La casa senza specchi non è il solito libro per bambini, ma è un racconto ricco e emozionante da non farsi scappare.

Titolo: La casa senza specchi
Autore: Mårten Sandén
Editore: Rizzoli
Prezzo: € 16,00 - ebook € 7,99
Pagine: 209
Età di lettura 9/10 anni
Thomasine vive da mesi nella grande casa di Henrietta, dove ci sono tante camere e lunghi corridoi, ma nemmeno uno specchio. Suo padre passa le giornate al capezzale dell'anziana prozia malata, mentre lei gira per la casa con i cugini: la piccola Signe, l'odioso Erland, e Wilma, più grande, che fa la prima superiore e ha due anni più di Thomasine. Un giorno Signe scopre che gli specchi di casa sono tutti ammucchiati nell'armadio di una stanza ottagonale. Thomasine e Signe ci entrano insieme, chiudono l'anta alle loro spalle e... quando ne escono, si ritrovano in una casa che è uguale e diversa al tempo stesso. Di cosa si tratta? E chi è quella ragazzina, Hetty, vestita alla marinara? Ciò che i cugini scoprono non è affatto un altro mondo. Può far paura, a tratti, ma li aiuterà in un modo che non avrebbero mai creduto possibile.

Uno tra gli elementi che per primo mi ha colpito de La casa senza specchi è sicuramente l'ambientazioni dalle tinte cupe, quasi gotiche, che caratterizza quasi per intero il racconto. Eppure proprio per la bizzarria di questo elemento, non così frequente in un libro per bambini, la narrazione è risultata da subito estremamente accattivante.

La storia in sé è un'avventura magica, una favola, che si svolge in un contesto tetro come la vecchia casa della prozia Henrietta, dove Thomasine e suo padre assistono l'anziana insieme ad altri membri della famiglia. Queste perone però, pur abitando insieme, sono tutt'altro che felici e anche sul legame che li unisce grava una freddezza e un'indifferenza che feriscono.
Un giorno però, giocando a nascondino, Signe, la cugina più piccola di Thomasine, scopre, in un armadio pieno di specchi, un passaggio segreto capace di trasportare in un altro mondo, simile al loro eppure al contempo all'opposto.
Qui ad attenderli trovano una bambina che cresce con incredibile velocità e che sembra conoscere la soluzione ai problemi che stanno disgregando la famiglia. Così viaggio dopo viaggio l'oscurità si dirada facendo spazio alla rinascita e alla speranza.

Come ho detto ne La casa senza specchi c'è molto di più di un racconto per bambini, tra le sue pagine infatti si può scorgere l'impronta di un romanzo di formazione. Ognuno dei personaggi infatti deve fare i conti con l'oscurità che ha dentro, quel grumo di paure, debolezze, insicurezze che piano piano li ha trasformati in una versione peggiorata di se stessi e che intraprendendo il "viaggio" attraverso lo specchio vedono sparire. Grazie proprio a questo assistiamo al loro cambiamento, una specie di rinascita che fa riconquistare loro la pace, la sicurezza e l'amore che da tempo avevano perduto.

Dunque l'evoluzione non riguarda solo la protagonista, ma abbraccia tutti i personaggi dalla prozia morente al padre distaccato, al bambino incattivito dal sentirsi abbandonato.
Ed è sicuramente in questo che risiede il fascino del racconto, nel vedere l'oscurità che inizialmente ingabbia i protagonisti, schiacciandoli quasi fino a soffocarli, diradarsi come per magia: Signe da bambina taciturna diventa vivace e allegra, Wilma resa insicura dalle costanti critiche trova la forza per accettarsi e poi c'è la storia che più mi ha colpito, quella del piccolo Erland i cui demoni lo stavano lentamente trasformando portandolo a comportarsi con crudeltà verso chi gli stava vicino. La sua storia è legata a doppio filo a quella di Daniel, suo padre, che a sua volta attraversa il magico passaggio per affrontare la paura di venir ferito e abbandonato, paura che lo ha trasformato da uomo felice e sereno a freddo e indifferente, perfino nei confronti dei figli.

Quasi paradossalmente l'unica a non trovare una soluzione magica nel mondo speculare è proprio Thomasine che a differenza degli altri, i cui problemi sono da ricercarsi nelle proprie paure, ansie e insicurezze,  deve affrontare, insieme al padre, un dolore vero, un dolore che nasce dalla perdita di qualcuno di amato, un dolore gravato dalla colpa e dal rimpianto per cui non esiste una soluzione magica, ma solo l'accettazione.

Quando ho letto che l'autore è uno psicologo non mi sono stupita data la cura spesa nella caratterizzazione dei personaggi e nella loro conseguente evoluzione. Inoltre ho trovato molto carini i riferimenti al Sottomondo di Carroll e allo stratagemma del passaggio nell'armadio di C.S.Lewis, piccoli camei/omaggi, ovviamente rielaborati, che i più grandicelli non si lasceranno sfuggire.

La casa senza specchi è dunque una storia di rivalsa e cambiamento, una favola ricca di emozioni e magia, un libro che sa catturare il lettore più piccolo come quello più grande grazie alla dolcezza e all'arguzia della sua protagonista e della misteriosa bambina che l'accompagna.


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