Recensione: "Come fermare il tempo" Matt Haig

Ben ritrovati Sognatori!
Ammetto che fa uno strano effetto tornare a scrivere recensioni dopo la lunga assenza dell'ultimo periodo, ma almeno in questo caso è uno "strano" in senso buono. 😊
Negli ultimi mesi ho letto veramente pochissimissimo e nemmeno io so dire bene il perché ma per fotuna quasi per caso sono incappata nel romanzo di Matt Haig e mi è tornata in mente una recensione letta qualche tempo fa e in qualche modo la mia curiosità si è risvegliata.

TITOLO: Come fermare il tempo
AUTORE: Matt Haig
EDITORE: Edizioni e/o
PAGINE: 362
PREZZO: € 18,00 - ebook € 11,99
Pensate a un uomo che dimostra quarant'anni, ma che in realtà ne ha più di quattrocento. Un uomo che insegna storia nella Londra dei giorni nostri, ma che in realtà ha già vissuto decine di vite in luoghi e tempi diversi. Tom ha una sindrome rara per cui invecchia molto lentamente. Ciò potrebbe sembrare una fortuna... ma è una maledizione. Cosa succederebbe infatti se le persone che amate invecchiassero normalmente mentre voi rimanete sempre gli stessi? Sareste costretti a perdere i vostri affetti, a nascondervi e cambiare continuamente identità per cercare il vostro posto nel mondo e sfuggire ai pericoli che la vostra condizione comporta. Così Tom, portandosi dietro questo oscuro segreto, attraversa i secoli dall'Inghilterra elisabettiana alla Parigi dell'età del jazz, da New York ai mari del Sud, vivendo tante vite ma sognandone una normale. Oggi Tom ha una buona copertura: insegna ai ragazzi di una scuola, raccontando di guerre e cacce alle streghe e fingendo di non averle vissute in prima persona. Tom deve a ogni costo difendere l'equilibrio che si è faticosamente costruito. E sa che c'è una cosa che non deve assolutamente fare: innamorarsi. "Come fermare il tempo" è una storia folle e dolceamara su come perdere e poi ritrovare se stessi, sull'inevitabilità del cambiamento e sul lungo tempo necessario per imparare a vivere.

Come ho detto anche nel WWW Come fermare il tempo non è un romanzo dal ritmo incalzante, almeno non in senso classico, eppure è facile venire catturati dalla storia di Tom il protagonista che a causa di una curiosa malattia invecchia molto più lentamente delle persone comuni.
Questo gli dà sicuramente una grande opportunità, quella di vedere la storia dispiegarsi davanti a lui, di viverla conoscendo personaggi da Shakespeare a Fitzgerald, di vedere il progresso della mente umana e di come nel corso della sua vita, iniziata in Francia nel XVI secolo, l'umanità sia cambiata senza mai farlo veramente.

Tom sembra dunque avere un dono che su di lui però pesa come una maledizione che è costato la vita a tutti quelli che amava e gli ha impedito di costruirsi una vera vita, costringendolo a fuggire di continuo, prima dai sospetti di stregoneria che vedeva nella sua giovinezza prolungata qualcosa di diabolico e poi dai pericoli della scienza che farebbe di lui una cavia.

Accanto a lui c'è la figura del misterioso Hendrich, capo dell'altrettanto misteriosa organizzazione degli Albatros che ha come scopo quello di radunare e proteggere tutti quelli affetti da questa malattia aiutandoli, ogni otto anni, a cambiare identità in cambio di "piccoli" favori.

L'irrequietezza di Tom sembra però arrivare ad un punto cruciale quando nella sua vita entra Camille, la prima donna che dopo secoli riesce ad attirare la sua attenzione e che riaprirà il conflitto nel cuore dell'uomo perché tutti gli Albatros sanno che c'è una sola regola da rispettare per vivere serenamente: mai innamorarsi.
«La prima regola è non innamorarsi. Ce ne sono altre, ma questa è la principale. Non innamorarsi. Non amare. Non sognare l’amore. Se tieni fede a questa regola, andrà tutto bene»
Il racconto di Tom si sviluppa con calma tra i grandi eventi della storia, costruendo pian piano l'immagine di un uomo schiacciato dalla sua condizione, alla perpetua ricerca di una normalità che sembra sfuggirgli e che in più di un'occasione ha sfiorato l'idea del suicidio. Ha tenerlo vivo nel corso dei secoli è la promessa fatta a Rose, suo primo grande amore, di ritrovare la loro figlia che dal padre ha ereditato la straordinaria longevità, ma che proprio a causa di questo è dovuta scomparire.

L'idea di vivere una vita innaturalmente lunga è piena di fascino e non è la prima volta che viene presentata in un romanzo, ma Haig è molto abile nel descrivere e immedesimarsi con Tom, trasmettendo con estrema verosimiglianza la fatica della sua condizione, il peso che questa malattia inizia a rappresentare, facendo entrare il lettore dentro la testa dell'uomo.

Come un moderno Re Mida, Tom sembra essere punito da un dono che il genere brama da sempre, ma come nel mito, una volta diventato reale questo dono mostra il proprio lato oscuro, richiedendo un prezzo alto da pagare a chi lo possiede che quasi deve rinunciare almeno in parte alla propria umanità.

Non avere amici, non poter costruire una famiglia, non avere un posto da chiamare casa, queste sono alcune delle cose a cui Tom deve rinunciare e che fanno di quella che sembra un'esistenza libera dai limiti temporali, libera dai limiti della mortalità, una prigione con sbarre molte fitte.
«Qualche volta mi viene voglia di fermare il tempo. Ogni tanto, in un momento felice, vorrei che le campane delle chiese non suonassero mai più. Non vorrei mai più dover tornare al mercato. Vorrei che gli storni smettessero di volare nel cielo… Ma siamo tutti in balìa del tempo. Siamo tutti corde, vero?»
L'unico aspetto che non mi ha proprio convinto di questo romanzo è quello legato al mistero legato a Marion e Hendrich perché è meno articolato di quanto dovrebbe e lascia facilmente presagire cosa accadrà, tagliando l'impatto delle rivelazioni finali.

Per il resto ho trovato Come fermare il tempo un libro ben scritto, che con un protagonista ben sviluppato e uno stile scorrevole e accattivante che ha sicuramente il grande merito di far rivere la storia. Dalla caccia alle streghe, ad Hitler, Tom offre un punto di vista diverso, partecipe e allo stesso tempo esterno, il punto di vista di un vecchio che guardando indietro ripercorre le tappe della sua vita raccontandola con oggettività.

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