Recensione: "Killing Eve" Luke Jennings

Lettori e amanti dei libri ben tornati!

Ok, iniziamo la recensione con un momento verità perché se proprio devo dirla tutta quello che mi ha attirato di questo libro è stata la pubblicità della serie tv.

Qualche tempo fa, per un caso del tutto fortuito, ho visto la pubblicità del telefilm Killing Eve e da fan sfegatata di Grey's Anatomy il solo fatto che una delle interpreti sia Sandra Oh, ex Christina Young, ha fatto schizzare il mio interesse alle stelle. Poi entrando in libreria mi sono imbattuta nel libro, di cui ignoravo l'esistenza, e non ho proprio saputo resistere. :)

TITOLO: Killing Eve
AUTORE: Luke Jennings
EDITORE: Mondadori
PAGINE: 175
PREZZO: € 18,00 - ebook € 9,99
Lei è l'assassina perfetta. Un'orfana russa salvata dalla pena di morte alla quale era stata condannata per essersi brutalmente vendicata contro i killer che avevano ucciso suo padre. Addestrata a essere spietata, le è stata data una nuova vita, una nuova identità. I mandanti che la pagano (profumatamente) si fanno chiamare i Dodici. Lei non sa nulla di loro, risponde solo a Konstantin, l'uomo che di volta in volta le affida le missioni. Lei è Villanelle. Una sociopatica vera, bellissima e irresistibile. Ossessionata dalla moda. Attaccata al lusso che il suo mestiere violento le offre. Senza coscienza. Senza senso di colpa. Eve Polastri è la donna che le dà la caccia. La prima a capire che la serie di efferati omicidi che sta sconvolgendo l'Europa non è opera di un uomo. Eve è la brillante ma annoiata addetta alla sicurezza dell'MI5, con l'incarico di offrire protezione speciale a soggetti in visita nel Regno Unito, che per un errore perde il posto. Ma fermare un'assassina spietata può diventare più che un lavoro. Può diventare una faccenda personale. Un'ossessione. "Killing Eve. Codename Villanelle" è un romanzo che sfida gli stereotipi dei thriller affidando a due donne ruoli solitamente maschili, due donne tenaci, ostinate, a prova di bomba, ma al tempo stesso piene di contraddizioni e fragilità. Una storia cruenta e carica di tensione che riesce a toccare i toni della commedia e dello humour nero. Da questo romanzo è stata tratta la serie tv omonima.

Ok, dunque cosa dirvi di Killing Eve?
Be' prima di tutto vi dico che ancora non ho visto la serie tv per cui non posso fare confronti, anche se on line se ne trovano tanti e quasi nessuno a favore del libro.
Secondo, a me il libro è piaciuto. Tanto.
Ma iniziamo dal principio.

Killing Eve è solo il primo capitolo di una dilogia (cosa che come mio solito ho scoperto solo a lettura ultimata ahimè) che parla di Villanelle, spietata e freddissima serial killer al soldo di una misteriosa organizzazione guidata dall'altrettanto misterioso Konstantin. Villanelle è precisa, anonima, ma soprattutto letale e così brava a passare inosservata che nessuno ha ancora capito che è lei il filo rosso che unisce le misteriosi morti che hanno sconvolto mezza Europa. Nessuno finché la sua strada incrocia quella di Eve, un'addetta alla sicurezza del governo inglese che subito inizia a darle la caccia.

Due donne, due caratteri diametralmente opposti.
Eve è una donna normale, per così dire. Ha amici, relazioni ed un marito che adora.
Villanelle è una macchina, fredda e razionale, priva del benché minimo sentimento e calore umano. L'unica cosa che riesce a scuoterla dal suo torpore è il brivido che le viene dal sesso occasionale e dall'uccidere qualcuno.

È senza dubbio lei il fulcro intorno a cui gira la storia. Il suo essere così al di fuori di ogni schema sociale, ne fa un personaggio unico che arriva al lettore in tutta la sua freddezza.
Di questo il merito va a Jennings e alla sua scelta di narrare usando il presente e la terza persona singolare, creando così una sorta di distanza che ben replica l'indifferenza emotiva che caratterizza la protagonista.
Villanelle ha alle spalle una storia difficile, un passato di violenze che, insieme all'addestramento e all'indole sociopatica, l'ha trasformata nella perfetta macchina per uccidere, capace di adeguarsi ad ogni contesto, di leggere e mostrare emozioni senza però provarne nessuna. Quello che fa è interpretare dei dati ed emettere la risposta più appropriata, come un robot.

La parte dedicata ad Eve passa in questo primo libro quasi in secondo piano, permettendoci di conoscere anche questo personaggio, che appare decisamente ordinario se confrontato con l'assoluta atipicità di Villanelle. Se devo essere sincera mi aspetto che nel secondo capitolo di questa dilogia il focus si concentri più su Eve, anche perché il rapporto tra le due donne che qui rimane su un piano "platonico" (usando il termine in modo un po' improprio) mentre credo che nel prossimo volume dovrebbe regalare forti emozioni. Diciamo che la sfida, la caccia che si è aperta nel primo, dovrebbe trovare nel secondo romanzo il suo culmine.

Però vi avverto se vi aspettate di trovare in Killing Eve la classica storia di spionaggio, piena di violenza e sangue carica di tensione e forti emozioni, potreste rimanere delusi.

Come già detto lo stile che Jennings adotta è semplice, lineare, tanto che la storia scorre via velocemente, ma soprattutto è asettico. E se questo da una parte può fa storcere il naso a qualcuno, personalmente è una delle caratteristiche che più mi ha colpito, la scelta di spogliare la storia di tutti gli aspetti emotivi per permettere al lettore una full immersion nella mente di Villanelle.
Così gli omicidi vengono raccontati come una persona normale racconterebbe una giornata di lavoro: con obiettivi da portare a termine, problemi da evitare, conseguenze da gestire, ma senza la minima traccia di rimorso, paura, esitazione.
Vedere la freddezza con cui Villanelle avvicina le sue vittime, pianifica ogni mossa è intrigante e rende il racconto meno scontato. Nemmeno sapere che qualcuno è sulle sue tracce la spaventa e mette subito le cose in chiaro mandando ad Eve un messaggio, come solo lei può fare.

Killing Eve è un libro che gioca tutto sul personaggio di Villanelle, sulla sua psicologia che viene sì mostrata attraverso la sua storia personale, ma che emerge soprattutto dallo stile narrativo che rispecchia il distacco e la freddezza che definiscono la donna.
Una spy story diversa, tutta al femmine a cui dare sicuramente una chance.


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