Self publishing: cosa ne pensate?

 
Buon pomeriggio cari lettori!
Anche il mio primo sondaggio è finito e devo dire di non essere rimasta troppo sorpresa dai risultati, ad eccezione del 1% che ha risposto di non amare né i cartacei, né gli ebook. Per il resto le quote si dividono quasi equamente tra i fedeli al cartaceo e chi ama indifferentemente entrambi i formati.
 
Con il nuovo mese arriva quindi un nuovo sondaggio, stavolta sul mondo del selfpublishing.
In giro c'è chi lo vede come l'anticristo della letteratura e chi lo considera una risorsa per arricchire un settore che è un po' in crisi.
Io sono d'accordo un po' con l'uno e un po' con l'altro. È vero che la possibilità di autopubblicarsi apre le porte a chiunque sogni di diventare uno scrittore (anche se paradossalmente in Italia sembrano esserci più scrittori che lettori), però questo è positivo.
Dal self nascono libri che probabilmente l'editoria classica scarterebbe e che hanno il merito di far appassionare i più giovani alla lettura (e visto come vanno le cose qualsiasi fenomeno che porti la gente a mettere il naso tra i libri è da lodare). Ma la stessa libertà permette di pubblicare anche a chi non sa tenere una penna in mano e capita spesso di imbattersi in volumi scritti così male da farti pentire di non essere analfabeta. Proprio per la assoluta mancanza di controlli che questo mondo offre, si è creato un forte pregiudizio nei confronti dei romanzi selfpublishing.
Personalmente quello che mi interessa di un libro non è quale casa editrice lo abbia pubblicato, ma la storia che racconta e soprattutto come la racconta. Se è scritto bene, poco mi importa che lo abbia prodotto Mondadori o la copisteria sotto casa, l'importante è saper scegliere e non fare di tutta l'erba un fascio.
Per cui la domanda di questo mese è: Avete mai letto un autore self?
Io l'ho fatto e lo rifarò. Alcuni mi sono piaciuti, altri mi hanno fatto accapponare la pelle, ma da persona che ama scrivere (ma che non ha pubblicato se non in forma gratuita su siti appositi) penso che valga la pena dare una possibilità a tutti e giudicare poi caso per caso.
E voi cosa ne pensate? Rispondete al sondaggio, sono curiosa di conoscere la vostra esperienza.

P.S. La foto l'ho scattata questa mattina al glicine nel mio giardino, un piccolo scorcio di primavera!

6 commenti:

  1. Ciao!! Il blog mi ha aiutato ad aprire gli occhi su questo mondo. Molti autori self mi/ci hanno contattato chiedendoci di recensire o anche solo di segnalare le loro opere, dandoci l'opportunità di conoscerli. Fino ad ora sono stata abbastanza fortunata perché solo in un paio di casi sono rimasta delusa dal libro che ho letto e soprattutto dallo stile dell'autore. Come hai sottolineato anche tu, in Italia ci sono tantissimissime persone che si definiscono "scrittori" quindi c'è davvero un'ampia scelta, in più le CE spesso e volentieri guardano più al guadagno che ad altro quindi nel grande marasma dell'editoria farsi notare non è proprio semplice. Io ritengo più che giusto che ognuno abbia la propria possibilità e molto spesso la strada del self publishing non è quella più semplice. Ho letto recentemente "Donne e autrici, la missione possibile del sesso memore" di Sara Zelda Mazzini, una raccolta di 14 interviste ad altrettante scrittrici indipendenti che ti consiglio di leggere se ti interessa il tema perché entra ancora di più nel dettaglio della questione. Lo scrittore self non è aiutato o "protetto" dalla casa editrice, quindi si fa scrittore, grafico, editore, pensa alla pubblicità e ad ogni aspetto che riguarda la sua opera, quindi alla fine solo chi mette dedizione e impegno e ha una vera e propria passione riesce a resistere. Come evitare le delusioni? A questo punto entriamo in gioco noi, non tanto noi come "bloggers" ma noi comuni lettori che lasciamo in giro le nostre opinioni, le nostre sensazioni, le valutazioni e le "stelline" (ovviamente se ben motivate), così come alla fine avviene anche per gli autori non self. Ho già votato nel sondaggio ma lo faccio anche qui, anche se penso si sia capito: ho letto autori self e lo rifarò! :D

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    1. Per il momento io non faccio distinzioni tra self e altri autori. Quando guardo il catalogo di una libreria mi concentro sulle copertine e sulle storie, non mi interessa altro (tanto che spesso non guardo nemmeno il nome dell'autore). Di conseguenza mi viene piuttosto semplice giudicare tutti i libri allo stesso modo e così come non ho problemi a dire che, ad esempio, l'ultimo libro di Sparks non mi è piaciuto, non ho nessun preconcetto a dire che il libro di uno scrittore esordiente sconosciuto mi ha colpita.
      Sono d'accordo con te che lo scrittore self debba affrontare più difficoltà, perché deve fare tutto da sé, però è anche vero che alcuni autori peccano un po' di superbia e credono che il loro lavoro sia perfetto così com'è. Personalmente l'unica volta che ho pensato davvero di far pubblicare qualcosa, prima ho inviato il mio libro ad un'agenzia che mi ha fatto un'attenta scheda di lettura evidenziando punti deboli e punti di forza. Anche se poi non ne ho fatto niente (più o meno) mi è servito tantissimo per capire come migliorarmi.
      Questo solo per dire che in fondo ci vogliono meno pregiudizi sul mondo self, ma anche più umiltà da parte da chi è ancora agli inizi.
      Grazie mille per il consiglio di lettura, me lo segno sicuramene. Il tema mi interessa e mi piacerebbe approfondire.

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  2. Ciao Alisya, da scrittrice self non posso che sostenere questa grande opportunità che il mondo della pubblicazione digitale e le varie piattaforme hanno dato a me, semplice sconosciuta al mondo dell'editoria, e a tutte le persone nelle mie stesse condizioni. Se qualche anno fa qualcuno mi avesse detto che le mie storie sarebbero state lette e acquistate lo avrei preso per matto: fino a quel momento il massimo a cui potevo aspirare era un contratto con case editrici a pagamento ;-)
    Certo, come hai sottolineato anche tu, il rischio di questa libertà porta a una miriade di pubblicazioni, dai livelli più disparati, però penso che in questo caso stia al lettore, magari leggendo l'anteprima gratuita e la sinossi, capire la qualità di quello che vorrebbe leggere e acquistare.
    Da lettrice ho letto pochi libri self (più che altro perchè ho solo kindle per pc e preferisco il cartaceo) però quelli che ho avuto modo di leggere li ho sempre trovarti ben strutturati: certo, il refuso ci scappa, ma questo succede anche nelle pubblicazioni con c.e. e non è di certo questo che mi fa dubitare sulla qualità di un libro. Ovviamente ogni tanto noto pubblicazioni oscene, ma faccio come Dante "guardo e passo" ;-)

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    1. Ciao Ariel!
      A me purtroppo è capitato di leggere dei libri che sembravano scritti da bambini di 4 anni, non tanto perché formalmente scorretti, ma perché mancavano di struttura, di trama, di continuità e Dio solo sa cos'altro. Quando ti ritrovi con un libro così tra le mani in effetti ti viene da chiederti se sia un bene per l'editoria in genere che a certe cose sia concesso di venire pubblicate.
      Poi, come ho detto, non bisogna fare di tutta l'erba un fascio. So per certo che ci sono molti titoli bellissimi tra i self e molti autori di talento.
      Alla fine credo che il self publishing sia un'arma a doppio taglio: può dare tanto al panorama letterario, portando novità e freschezza, ma può anche danneggiarlo enormemente.

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  3. Io mi sto iniziando a guardare intorno perché come te voglio iniziare a scrivere su siti appositi per vedere se la mia storia riesce ad appassionare o meno e comunque sono favorevole;)

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    1. Io ho scelto la pubblicazione tramite siti non perché sia contraria al self publishing, anzi se devo dire la verità la tentazione c'è ed è forte. Piuttosto non credo che la storia che ho scritto valga la pena e poi non sono brava con le PR. Infondo ciò che mi importa è che ci sia qualcuno disposto a leggere ciò che scrivo e poterci interagire! ;)

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