Audiorecensione: "La ballata dell'usignolo e del serpente" Suzanne Collins

Buon pomeriggio Sognatori, 

Finalmente riesco a parlarvi di questo libro! È da quando è stata data la notizia della pubblicazione che non vedevo l'ora di mettere le mani sul prequel degli Hunger Games, La ballata dell'usignolo e del serpente e sebbene diverso da come mi aspettassi, questo romanzo si è rivelato una lettura veramente affascinante.

In realtà più che una lettura è stato un ascolto visto che ad accompagnarmi nel mondo di Panem è stata la voce di Diego Baldoin, la cui narrazione è ben fatta e ha sicuramente contribuito a rendere l'ascolto di questo libro estremamente piacevole.

Prima di iniziare vi avverto che per quanto io abbia cercato di evitare spoiler espliciti, per poter parlare di ciò che mi è piaciuto del libro qualche allusione a ciò che accede è inevitabile. ;)

TITOLO: La ballata dell'usignolo e del serpente
AUTORE:  Suzanne Collins
EDITORE: Mondadori
PAGINE: 528
È la mattina della mietitura che inaugura la decima edizione degli Hunger Games.
A Capitol City, il diciottenne Coriolanus Snow si sta preparando con cura: è stato chiamato a partecipare ai Giochi in qualità di mentore e sa bene che questa potrebbe essere la sua unica possibilità di accedere alla gloria. La casata degli Snow, un tempo potente, sta attraversando la sua ora più buia. Il destino del buon nome degli Snow è nelle mani di Coriolanus: l’unica, esile, possibilità di riportarlo all’antico splendore risiede nella capacità del ragazzo di essere più affascinante, più persuasivo e più astuto dei suoi avversari e di condurre così il suo tributo alla vittoria.
Sulla carta, però, tutto è contro di lui: non solo gli è stato assegnato il distretto più debole, il 12, ma in sorte gli è toccata la femmina della coppia di tributi.
I destini dei due giovani, a questo punto, sono intrecciati in modo indissolubile. D’ora in avanti, ogni scelta di Coriolanus influenzerà inevitabilmente i possibili successi o insuccessi della ragazza.
Dentro l’arena avrà luogo un duello all’ultimo sangue, ma fuori dall’arena Coriolanus inizierà a provare qualcosa per il suo tributo e sarà costretto a scegliere tra la necessità di seguire le regole e il desiderio di sopravvivere, costi quel che costi
Con La ballata dell'usignolo e del serpente la Collins si è posta una sfida molto ardua; farci fare il tifo, o almeno provare empatia, per un personaggio che odiamo perché sappiamo diventerà il grande cattivo della Panem che abbiamo imparato a conoscere nella precedente trilogia; il presidente Snow.

Può sembrare una cosa da poco, ma se ci pensate bene non lo è. Costruire una storia coinvolgente avendo come protagonista un personaggio per cui sappiamo già non esserci riscatto può rivelarsi complicato dato che il focus della storia non può essere fare di Coriolanus Snow un eroe. Il fulcro della vicenda è spiegarci come Snow sia diventato il tiranno che conosciamo e anche nel far questo la Collins non prende la via più ovvia, ne sceglie una decisamente più interessante.

Il Coriolanus Snow che conosciamo in La ballata dell'usignolo e del serpente è un normale ragazzo di diciotto anni che vive in un mondo post bellico. La storia infatti è ambientata dieci anni dopo gli Anni bui, ovvero gli anni della prima ribellione dei distretti che portarono a Panem la distruzione del 13 e gli Hunger Games come punizione per aver sfidato Capitol City.

Anche la Capitol che troviamo qui ha poco in comune con la città sfarzosa e opulenta che ci viene descritta nella trilogia originale. La Capitol di questo periodo porta tutte le ferite della guerra, dalla distruzione, alla scarsità di cibo, fino alla situazione precaria della sua popolazione tra cui rientra Coriolanus Snow a cui la guerra ha portato via non solo i genitori, ma anche il prestigio e la ricchezza, lasciandogli come unico tesoro a cui aggrapparsi il rinomato nome di famiglia.

Coriolanus vive con la cugina, Tigris e la Signoranonna, nel vecchio attico di famiglia, in una delle zone più ricche della città, ma oltre a questo agli Snow non è rimasto altro e tirano avanti a stento grazie ai pochi soldi che Tigris riesce a guadagnare. Per questo per Coriolanus è fondamentale ottenere la borsa di studio per l'università, l'unico modo per poter accedere a posizioni di prestigio ridando benessere alla famiglia e prestigio al suo nome ed è per questo che ricoprire la carica appena istituita di mentore agli Hunger Games può rappresentare il modo per distinguersi, per eccellere e farsi strada verso il successo.

Tutto sembra compromesso quando in sorte gli tocca il tributo femmina del distretto 12, sulla carta il peggiore che gli potesse capitare, ma non appena le telecamere si posano su Lucy Gray Baird appare chiaro che lei è diversa da chiunque altro, lei ha carattere, carisma e una personalità unica che incantano chiunque la guardi, compreso Coriolanus Snow.

Chiunque fosse, era vestita per esibirsi. Aveva una bella voce, squillante e chiara sulle note alte, roca intensa su quelle basse, e si muoveva con sicurezza. [...]Cantare la trasformava, e Coriolanus non la trovava più così bizzarra. Aveva qualcosa di attraente, di seducente persino. La telecamera la divorava mentre si dirigeva sul bordo del palco e si sporgeva verso il pubblico, dolce e sfrontata.

Prima di scrivere questa recensione sono andata un po' in giro per capire cosa ne pensasse la gente de La ballata dell'usignolo e del serpente e vedere se le perplessità che sentivo fossero solo mie o fossero condivise da altri. Sulle prime infatti l'emozione dominante arrivata alla fine della lettura era la frustrazione, per le spiegazioni non date, per gli spunti non sfruttati ed in effetti in molti di quelli che hanno recensito negativamente il libro ho trovato le mie stesse sensazioni, quelle proteste che sulle prime hanno stranito anche me.

Poi però ho cambiato idea.

La prima cosa che mi viene da dire su questo romanzo è che non lo si può leggere senza pregiudizi. Ancor prima di iniziare la lettura sappiamo chi è il protagonista, o meglio sappiamo come diventerà e lo scopo del romanzo è farcelo conoscere in modo più minuzioso, farci entrare nella sua testa. Questo è esattamente ciò che troviamo.

Non è la storia di Panem. Non è la storia dei giochi. La ballata dell'usignolo e del serpente è la storia di Coriolanus Snow.

Tutto ciò che accade nel libro serve ad un solo scopo, svelarci la psicologia di Coriolanus. Gli Hunger Games, i rapporti con i compagni, anche la storia d'amore con Lucy Gray Baird. Tutto serve a mostrare luci e ombre di questo personaggio, perché se nella trilogia originale vediamo solo il lato oscuro del presidente in questo romanzo dobbiamo riconoscergli anche aspetti positivi.

Coriolanus è orgoglioso, ma anche generoso, sa essere freddo e spietato, ma anche compassionevole, invidioso ma affascinante e sagace. Insomma il personaggio che qui la Collins sviluppa non è “il cattivo”, ma un ragazzo a tutto tondo fatto di pregi e difetti, di luci e ombre, paure e contraddizioni.

Farlo innamorare di un tributo e di un tributo del 12 è un bel trucco che intriga il lettore e tira fuori il meglio da questo personaggio, svelandone i lati migliori, la potenziale bontà che ad un certo punto lo spinge fino al punto di fargli mettere a rischio le sue ambizioni pur di proteggere la ragazza che ama. È per Lucy che Coriolanus compromette il suo futuro e ad un certo punto finisce nel 12, è per Lucy che fa molte cose che altrimenti non avrebbe fatto.

La maggior parte delle critiche che ho letto e che io stessa in un primo momento ho fatto mie, è che nel romanzo tutto sembra fuori fuoco. I giochi non sono emozionanti come nella trilogia, la storia d'amore avrebbe potuto essere mille volte più interessante... insomma è come se niente fosse veramente importante e in un certo senso è così.

Tutto ciò che avviene nel libro sono solo espedienti che girano intorno al protagonista e la Collins è talmente brava a metterli in campo che per un momento ci dimentichiamo di cosa accadrà, ci dimentichiamo, ad esempio, che la storia con Lucy Gray non ha lo scopo di riscattare il personaggio e non può volgere verso il lieto fine. La storia con Lucy deve farci capire alcune cose come il disprezzo per i per i distretti, soprattutto il 12, e sicuramente aiuta a spiegare la feroce odio che proverà decenni dopo per Katniss Everdeen.

Coriolanus fu certo di aver avvistato la sua prima ghiandaia imitatrice, e la detesto all'istante.

La Collins vince la sua scommessa nel momento in cui fa nascere il desiderio nel lettore di trovare qualcosa, un dramma, un evento significativo, qualsiasi cosa che giustifichi l'evoluzione che poi avrà il protagonista. Evoluzione che non viene nemmeno mostrata perché alla fine non è necessario. Arrivati all'ultima pagina abbiamo tutti gli elementi per capire e la frustrazione che uno prova è perché a quel punto vorremmo di più.

Ad esempio io avrei voluto vedere l'evoluzione dei giochi perché qui gli Hunger Games sono una versione grezza e brutale dello show che abbiamo conosciuto con Katniss e Peeta, dove i tributi sono trattati come bestie, trasportati per giorni in vagoni merci e poi buttati in uno zoo. E per quanto cinico, per quanto ancora tributi, il modo in cui sono trattati da allora è indiscutibilmente migliorato. E mi sarebbe piaciuto vederla questa evoluzione eppure non ne ho bisogno, perché ciò che ho letto mi basta a capire che nel miglioramento delle condizioni dei tributi, non più affamati a morte, non più buttati in una gabbia dello zoo come animali, c'è l'impronta di Snow.

Era stata un'infrazione lieve, motivata dal suo desiderio di tenerla i vita e dalla sua rabbia per l'incuria degli Strateghi.

Riflettendoci un po' e superando la frustrazione mi sono ritrovata ad apprezzare l'originalità della scelta fatta dall'autrice che non sceglie la via più facile, non ricorre ad un evento scatenante, un trauma a cui imputare la brutale freddezza del Presidente Snow. In questo senso la Collins ci lascia insoddisfatti trovando però una spiegazione che è molto meno teatrale, ma al contempo brillante.

Con la mente divisa tra lettura presente e personaggio futuro, l'autrice ci spinge a cercare il dramma ed io per prima le ho pensate tutte.

Lucy poteva averlo usato o ingannato fin dall'inizio spingendolo all'odio. I ribelli potevano uccidere Lucy, togliendo a Coriolanus il primo amore e spingendolo alla vendetta. Insomma lungo le pagine il mio cervello continuava ad cercare la palla di neve che ha dato il via alla valanga e la delusione deriva dal fatto che in realtà non c'è.

Nessun dramma. Nessun trauma. Nessun evento scatenante.

Coriolanus Snow è Coriolanus Snow. È come nella storia dello scorpione in cui questo ,dopo aver convinto la rana a trasportarlo dall'altro lato di un fiume la punge condannando a morte entrambi e spiegando il tutto dicendo “È la mia natura.”

Ed è questo. Coriolanus è così perché è la sua natura.

Semplice. Freddo. Geniale.

Il comportamento di Coriolanus non è il frutto di un dramma, ma è il risultato di una scelta, anzi una serie di scelte che il ragazzo fa fin dall'inizio della storia; ogni piccola decisione lo forma, spingendolo a diventare ciò che sarà, come accade nella realtà.

Aiutare o voltarsi dall'altra parte. Esporsi o nascondersi. Sacrificarsi o sacrificare.

Coriolanus durante la storia prende molte decisioni che ne plasmano la natura, alcune sono piccole, altre più importanti, alcune sono buone, altre dettate dall'egoismo. Spinto dalla duplice influenza di Lucy Gray e il capo degli strateghi la Dottoressa Gaul, Coriolanus sceglie ora spinto dal sentimento, ora dall'ambizione.

Ovviamente la decisione più evidente è quella del finale: andare o restare? Essere fedele o tradire? Ma questa è solo l'ultima nota di una melodia iniziata pagine prima e che nonostante tutti sapessimo come sarebbe finita in qualche modo sorprende.

La ballata dell'usignolo e del serpente è dunque un romanzo pieno di fascino, dal ritmo lento e che, nonostante si collochi 64 anni prima dell'entrata di Katniss e Peeta nell'arena, non può essere apprezzato pienamente senza conoscere la trilogia originale.

2 commenti:

  1. Ciao, finalmente l’ho letto anche io, da brava ritardataria (qui la mia recensione)!
    Belli i riferimenti, belli questi Hunger Games ‘grezzi’ e poco patinati, belli i personaggi a noi noti che spuntano fuori e bello che mi abbia fatto venire voglia di rileggere la serie.
    In generale però l’ho trovato un libro del tutto trascurabile. Si, arricchisce, ma non è che serva a molto altro e soprattutto sul finale si perde un po’ a mio parere.
    In generale carino, ma non lo ricomprerei.. Sono però molto contenta che a te sia piaciuto!
    Un abbraccio, Rainy

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    1. Ciao Rainy,
      sono totalmente d'accordo con te. Preso come romanzo a se stante La ballata dell'usignolo e del serpente non è molto interessante, tuttavia chi ha amato la trilogia non può non leggerlo, perché in qualche modo con questo libro si chiude il cerchio.

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