Ok, ci siamo.
In realtà non è così che volevo cominciare questa rubrica. 
Per una volta che avevo fatto le cose per bene, mi ero preparata i post, avevo organizzato tutto, è intervenuto il dio dei pc e sapete come è andata a finire.

Così eccomi qua ad iniziare questa nuova avventura improvvisando.
Brevemente per chi si fosse perso le puntate precedenti, ecco quello che vorrei fare.
Anzi iniziamo a dire quello che non troverete qui.
Questo NON è un manuale di scrittura. Di quelli se volete ne trovate a pacchi ovunque. Io non ho l'esperienza o le competenze per insegnare niente a nessuno.
Questo vuole essere uno spazio dove scambiarsi idee, consigli e opinioni, dove mi piacerebbe sentire i pareri di chi scrivere e ancor più quelli di chi legge.

Scrivere è un lavoro solitario, rendiamolo un po' più sociale affrontando insieme i problemi.

L'idea di creare questo spazio mi è nato insieme all'ispirazione per un nuovo romanzo (evvai partiamo con i paroloni), perché spesso quando scrivo sento il bisogno di confrontarmi e scambiare idee con chi con i libri ha un po' di familiarità. Chi non scrive e/o non legge difficilmente riesce a comprendere veramente il significato di alcune mie difficoltà e di conseguenza non sa come aiutarmi.
Grazie al blog invece ho conosciuto, anche se solo virtualmente, persone che come me amano i libri, che sanno la differenza tra ciò che funziona e ciò che non funziona tra le pagine, per questo ho pensato di chiedere aiuto a voi.

Lo so e ne vado fiera ^_^

E ora che ho finito con le introduzioni due parole sul titolo.
Perché On Writing?
Perché cercando un nome per questo spazio mi è tornato in mente il libro di Stephen King e ho preso in prestito (cof cof... copiato … cof cof) il suo titolo, ma solo quello, tranquilli.
Per cui basta con le ciance e iniziamo a parlare di scrittura.


Dunque qual'è l'argomento con cui inauguriamo On Writing? Visto la recente perdita di materiale pronto, direi di partire dal dubbio che mi tormenta proprio mentre vi scrivo.

Come lo scelgo il punto di vista del narratore?

Io non so voi, ma personalmente una delle cose più difficili da capire quando inizio una storia è proprio questa. Come faccio a scegliere tra le diverse opzioni? Qual'è la voce giusta per raccontare la storia?

Nel romanzo a cui sto lavorando ora (che dovrebbe essere un romance o paranormal romance, ma questo è un dubbio di cui vi parlerò un'altra volta magari) avevo optato per la prima persona/presente. È tipico di questo genere e funziona e infatti avevo iniziato a scrivere così.

Poi ho perso tutto quello che avevo scritto. Così dovendo ripartire da zero si è riscatenato l'antico dilemma; e se scrivessi tutto con la terza persona onnisciente usando il passato?
Magari il danno al pc è stato il modo in cui il Fato ha voluto comunicarmi che stavo sbagliando tutto (ehm a proposito Fato, se sei in ascolto, la prossima volta va bene anche un segno meno drastico).

Quindi ho iniziato a scrivere usando questo nuovo punto di vista e... niente non mi convince. La prima persona mi limita perché sono legata al punto di vista del protagonista a cui appartiene.
La terza persona mi dà più libertà però crea più distanza col lettore e mi permette meno introspezione.
Non so proprio che pesci prendere e vorrei evitare di alternare diverse voci (questa è l'unica cosa di cui sono sicura).

Dunque prima o terza? Presente o passato?

Domanda per gli scrittori: voi come vi regolate? Come capite quale punto di vista si adatta meglio alla trama che avete in testa?
Domanda per i lettori (che poi possono essere anche scrittori,eh): Dovendo leggere un romance (forse uno Young Adult) che tipo di narratore preferite? Uno di cui seguite pensieri e stati d'animo o uno che vi dia modo di vedere l'incombere della marea di guai che sta per travolgerlo?

A proposito, non vi ho detto che la causa scatenante dei dubbi è che uno dei protagonisti è vittima di una macchinazione meschina di cui ovviamente non sospetta niente. Quindi meglio subire il colpo gobbo insieme al personaggio o vedere la tempesta arrivare senza poter far niente per impedirlo?
Da una parte mi intriga l'idea di portare il lettore dentro la storia con una prima persona, dall'altra vorrei catturare la sua attenzione facendogli vedere cose che vanno oltre il vissuto dei protagonisti (come il personaggio che trama alle spalle) , permettendogli di avere una visione più ampia della trama.

Come scelgo? Tecnicamente so la differenza tra le due opzioni, ne capisco pregi e difetti, ma non so proprio decidermi.

Quella che può sembrare una questione solo di forma, in realtà è un questione che personalmente reputo moto seria. Scegliere un punto di vista invece di un altro cambia completamente l'impatto della storia e non vorrei arrivare a metà per trovarmi a dover iniziare da capo (mi spiace, ma ho già dato).

Ecco qua, questi in breve i miei dubbi e ora tocca a voi, sotto con pareri, opinioni, consigli. Insomma fatevi sentire anche solo per farmi sapere cosa pensate della rubrica, di come l'ho impostata e se c'è qualche argomento specifico di cui vi piacerebbe parlare in futuro.

Ed ecco un'idea che sorge sul momento; se non riuscite ad esprimervi a pieno nei commenti (lo spazio è quello che è), volete dare una risposta più articolata o semplicemente condividere la vostra esperienza o parlare di un libro che vi ha colpito, mandatemi tutto tramite mail e pubblicherò il post su questa rubrica.
Io ho parlato di due punti di vista, ma la scelta è ovviamente molto più ampia. Questo spazio è vostro quanto mio e il fine ultimo dovrebbe essere quello di imparare qualcosa gli uni dagli altri.

In questo caso poche regole da seguire:

1- Se volete parlare dei vostri lavori fatelo pure, ma rispettate lo spirito della rubrica. Non snocciolate la trama del vostro romanzo, qui il succo è la tecnica non lo spam.

2- Visto che non è un manuale di scrittura evitiamo spiegazioni, almeno che non siano richieste. In questo contesto do per scontato che quando parlo dei narratore in prima o in terza onnisciente, sappiamo tutti a cosa mi sto riferendo (in caso contrario c'è Google a risolvere ogni dubbio ^_^).

3- Scrivete sull'argomento che stiamo affrontando, piano piano arriveremo a toccare tutti i temi, io ho dubbi su tutto!

P.S. Se ve lo state chiedendo (e probabilmente non è così) al momento sto provando a scrivere in prima persona/passato, ma visto che sono comunque agli inizi se avete suggerimenti, questo è il momento giusto! Parlate ora o tacete per sempre!


4 commenti:

  1. Ciao Alisya, personalmente tendo a usare la prima persona: la preferisco, non solo come scrittrice ma anche come lettrice, perchè mi permettere di comprendere meglio la psicologia del personaggio e di vivere i suoi sentimenti, compresi eventuali colpi di scena. Ultimamente, però, ho provato a scrivere un racconto per bambini e lì ho deciso di usare la terza persona perchè mi risultava difficile ragionare come una bimba delle elementari ;-) Con la prima persona mi sento a mio agio (e qui parlo come scrittrice) quando i personaggi hanno all'incirca la mia età, maschi o femmine che siano.

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    1. Ciao Ariel,
      Grazie per aver condiviso la tua esperienza! :)
      Sta storia del narratore mi sta davvero mettendo in crisi. L'istinto mi dice di buttarmi sulla prima persona, però poi sibillino torna il dubbio.
      >_<

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  2. In bocca al lupo per questa nuova avventura!

    Per quanto mi riguarda, scelgo la prima persona quando la base del racconto è il pensiero del(la) protagonista - in quel caso, voglio che il lettore veda tutto "dall'interno", per così dire.

    Quando invece la trama contiene un po' più di azione, prediligo la terza persona.

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    1. Crepi! Spero davvero che questo angolino cresca e diventi un posto dove poter interagire liberamente!
      Grazie mille per esserti fermato e aver dato un contributo. Penso che il tuo sia un buon modo di decidere il tipo di narratore e magari posso usarlo per provare a sciogliere i miei dubbi. Forse il problema di base è che non ho ancora chiaro il taglio che voglio dare alla storia. Grazie ancora!

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