Non è facile recensire questo libro perché se da un lato non posso dire che mi abbia fatto impazzire, dall'altro non posso neanche affermare che sia scritto male.
Non so, forse il legal thriller non è il genere adatto a me. Ma almeno rimango federe al proposito di quest'anno di aprirmi a generi nuovi che fino ad ora ho sempre snobbato.
Quando Olivia Randall, avvocato newyorchese, viene svegliata da una telefonata, non ha idea di chi sia la ragazzina che, dall'altro lato della cornetta, la implora di aiutarla. Ma basta un nome a farle capire. Jack Harris. Il famoso scrittore, padre della ragazzina, accusato di omicidio e ora in cella, in attesa di processo. Jack Harris è un nome che dice troppe cose a Olivia: perché Jack e Olivia hanno un passato. Un vecchio amore finito male vent'anni prima. Un amore di cui lei porta ancora dentro i segni e forse la colpa di aver lasciato che le cose andassero come sono andate. Di fronte alla richiesta della figlia di Jack, Olivia sa che non ha altra scelta. Aiuterà Jack. A costo di lasciare che lui dia sfogo a una vendetta tenuta a bada per tutti questi anni. Jack non ha un alibi, non ha testimoni, e non ha un motivo plausibile per essere dov'era quando qualcuno ha fatto fuoco nel parco, ammazzando tre persone. E ben presto Olivia sarà costretta a chiedersi se Jack sia davvero innocente, e non la stia manipolando...
Quando ho visto La ragazza nel parco in libreria, copertina e trama mi hanno incuriosito. Il caso raccontato sembrava intrigante poggiando tutto sul capire se il cliente difeso da Olivia Randall, la protagonista, fosse colpevole o meno di quanto accusato.
L'ambiguità dunque doveva essere l'elemento centrale; è stato Jack a commettere il crimine? Olivia accetta di seguire il caso sicura di no, ma poi piano piano comincia a dubitare. Il problema è che leggendo non mi sono sentita coinvolta da questa incertezza e il dubbio non è posto in primo piano nella trama. Il libro infatti mi pare più centrato sulla protagonista e sull'ambito legale in cui opera piuttosto che sul caso. I tentativi per ritrovare la ragazza nel parco sono secondari, così come tanti altri elementi che avrebbero dato maggiore suspance all'indagine.
Nonostante il dubbio sulla colpevolezza di Jack rimanga fino alla fine, questo thriller manca di incertezza. Gli elementi del caso, i personaggi che girano intorno al crimine, i possibili colpevoli non vengono approfonditi e questo mette il lettore nell'incapacità di costruirsi le proprie congetture.
Per non spoilerare il contenuto non scendo nei dettagli, ma per riassumere quello che non mi è piaciuto è il concentrarsi della storia più sull'ambito legale che su quello investigativo.
Le prime 100 pagine sono noiose e solo dopo il caso acquista ritmo diventando più accattivante rivelando i primi colpi di scena (che però non sono mai eclatanti).
A differenza di quanto mi aspettavo La ragazza nel parco non è stato capace di incollarmi alle pagine o di costringermi a continuare a leggere fino a tarda notte per il bisogno di scoprire cosa sarebbe successo.
Ho apprezzato invece la protagonista che, per una volta, è una donna con le palle: decisa, forte e pronta a tutto per raggiungere i suoi obiettivi. Anche quando si confronta con la possibilità che Jack sia realmente colpevole ne viene fuori con una decisione che sorprende.
L'altro pregio del libro è che sicuramente l'autrice. Alafair Burke, ha uno stile pulito e semplice. La scrittura fluida, il lessico curato, mai eccessivamente tecnico, rendono comunque la lettura piacevole e veloce. Si capisce che la Burke è esperta nel settore legale, riesce infatti a raccontare l'ambiente e i meccanismi che lo regolano in modo semplice e chiaro.
Se vi piace il legal thriller sono sicura che La ragazza nel parco non vi deluderà. Personalmente, per quanto alla fine la lettura sia stata piacevole, non credo comunque valga i 18 euro pagati.
CARINO |
Titolo: La ragazza nel parco
Autore: Alafair Burke
Editore: Piemme
Pagine: 316
Prezzo: € 18,50
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