Ammetto che stavolta ci sono rimasta davvero male. :(
Da questo libro mi aspettavo tante grasse risate. Pensando fosse sullo stesso genere di Ho sposato una vegana l'ho iniziato a cuor leggero. Non posso dire che il libro sia scritto male, ma per un romanzo umoristico non mi ha fatta ridere affatto.
Il colpo di fulmine ti percorre e ti abbaglia: all’inizio di una storia pensi che la vita ti riserverà solo rose e fiori, ma poi è un mazzo di broccoli quel che spesso ti resta in mano. E, in epoca vegan, questo è più vero che mai. Quando Francesco investe Alice con la bicicletta, lei anziché maledirlo ne resta folgorata: rustico ma non tamarro, longilineo ma non evanescente, scolpito ma non minaccioso. “Una di quelle creature aliene” fantastica senza sapere di essere vicina alla realtà “che potrebbero nutrirsi di lupini, alghe e segatura, e restare in forma perfetta.” E così, stregata, non coglie i segnali che le preannunciano un futuro di idealismi e rinunce, come il fatto che lui arrivi in ritardo al primo appuntamento perché ha dovuto salvare un piccione ferito. O che, per “sciogliersi”, non ordini uno Spritz ma un centrifugato di carote. Francesco è vegano e Alice abbandona salame e pasticcini per vestire i panni di qualcuno che non è. Convinta che, in amore come nella vita, non vinca il più forte ma chi sa adattarsi più velocemente. D’altra parte, lui sulla carta è l’uomo ideale: cucina bene, è ecologista e maestro di decrescita felice. Però, come sa bene chi l’ha provato, vivere con un supereroe implica un prezzo da pagare: essere vegani per Francesco vuol dire anche fare a meno dell’auto, dei detersivi, cucirsi i vestiti da sé... Ma di quanto si può alzare, ogni giorno, l’asticella? Quanto dobbiamo essere buoni per essere davvero buoni?
Alice e Francesco hanno un incontro/scontro che sembra quasi troppo bello per essere vero. Alice infatti rimane subito affascinata da questo ragazzo bello, gentile e premuroso che sembra uscire dal mondo dei sogni. Francesco sulla carta è perfetto, ma non è tutto oro quel che luccica...
Inizio col dire cosa mi aspettavo: una storia leggera, briosa, frizzante e spiritosa. Volevo ridere, ridere fino alle lacrime. Infondo il tema è lo stesso del libro di Brizzi, quindi perché no?
In realtà la storia è carina e ben scritta, ma nel momenti migliori è riuscita al massimo a farmi sorridere. Qual è il problema? Non ne ho idea.
D'istinto direi i protagonisti. Francesco è un vegano estremista che avrei voluto prendere a schiaffi appena ha aperto bocca con le sue uscite assurde. Alice è pure peggio, perché passiva e conformista fino alla nausea, si rode il fegato dal nervoso rendendosi conto dell'assurdità in cui vive. Pensandoci con più calma però direi che è soprattutto lei a darmi sui nervi, il suo atteggiamento è così frustrante che avrei voluto prenderla per le spalle e scuoterla fino a farle tornare il buon senso.
Una donna che si annulla completamente per amore, al punto da rinunciare a ciò che la rende felice (ed è la stessa Alice a dirlo nel libro) non è divertente. Inoltre, so di averlo già detto in passato ma voglio ripetermi, questa storia di far passare l'annientamento di sé come un grande atto d'amore deve finire. Una relazione nasce sulla fusione di due individualità e non sul sopravvento di una delle due a discapito dell'altra.
Anche nel libro di Brizzi la sua fidanzata, vegana appunto, era estremista e lui poverino ne sopporta di tutti i colori, eppure nonostante le due storie sembrino simili, in realtà non potrebbero essere più diverse. Lui non perde se stesso, ma soprattutto ha la capacità di raccontare le sue disavventure sdrammatizzando fino a farle diventare quasi delle barzellette. In Straziami ma di tofu saziami questa capacità manca.
Anche volendo considerarlo un chick lit, la parte umoristica è carente e, per quanto la storia sia carina, manca un punto di svolta, il momento in cui lei si fa valere. Si, so che ad un certo punto c'è un distacco tra i due, ma manca comunque una sorta di riscatto. Di fatto, tra i due le cose non cambiano e la riprova è la frase con cui si conclude il libro.
Ultima cosa che mi ha innervosita del libro è l'atteggiamento di Francesco che usa i sentimenti di Alice contro di lei con continui ricatti emotivi per farle accettare le proposte sempre più assurde che arrivano a sfiorare l'inverosimile (tipo non tirare lo sciacquone per risparmiare acqua). Oltretutto credo che l'immagine dei vegani che si ricava dal questo libro non sia molto positiva, infondo chi vorrebbe essere al posto di Alice e sopportare il naziskin eco friendly?
Titolo: Straziami ma di tofu saziami
Autore: Paola Marone
Editore: Rizzoli
Pagine: 244
Prezzo: ebook prestito presso MLOL
Ciao Alisya! Mi sa che questo romanzo non fa per me... tra la passività di lei e le idee assurde di lui, mi sarei arrabbiata pure troppo!
RispondiEliminaA me infatti ha fatto venire un nervoso...
EliminaCiao Alisya, avevo notato questo libro, mi attirava ma non mi ha mai convinto tanto da volerlo leggere, dalla tua recensione mi sa che non piacerebbe molto!
RispondiEliminaSinceramente non mi sento di consigliartelo. :(
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