DRACULA: Capitolo 4

Lo so cosa state pensando, questo sarà il romanzo della vita! Nel senso che per riuscire ad arrivare in fondo mi ci vorrà una vita e vi assicuro che la cosa sarebbe proprio possibile.
Il problema è che per portare avanti questa rubrica non devo solo trovare il tempo per ascoltare le tracce, ma devo anche essere dell'umore giusto per  scrivere i vari pezzi con mood ironico con cui spero di intrattenervi e strapparvi, magari, qualche risata.
Per cui portate pazienza (con me ce ne vuole tanta, lo so)!!
Ma adesso iniziamo...



CAPITOLO 4

Siamo al 15 Maggio e Jonathan, armato di lampada, pensa bene di rimettersi a giocare a Dora l'esploratrice (con cui per inciso condivide lo stesso Q.I.). Il risultato di questo secondo giro è constatare che tutte le porte sono chiuse, compreso il portone principale.


A' Jo' a te Colombo ti spolvera le scarpe, proprio.  So mesi che sei segregato lì senza niente da fare e non sei stato nemmeno capace di guardarti un po' intorno? Perché ricordiamoci che non c'è servitù e il conte di giorno non si sa dov'è, ma allora come lo impieghi tutto quel tempo... vabbè meglio non approfondire o qui mi sa che finiamo in faccende intime e personali.

Giacché quando si mette in testa una cosa Jonathan non demorde manco ad ammazzarlo, continua a scuotere porte fino a che ne trova una aperta e, con uno spirito di osservazione pari a quello di Sherlock Holmes, deduce che lì un tempo ci vivevano delle donne.

Che dite avrà trovato a terra un reggiseno?

Il giorno dopo Jonathan si esorta a non impazzire e infatti parlare da soli è proprio sintomo di sanità mentale. Ma stai tranquillo che prima di perderla, la ragione devi trovarla!
Inizia poi il flashback dell'avventura avuta la notte prima quando, giocando a Dora l'esploratrice, ha trovato l'unica stanza aperta e ha pensato bene di entrare per farsi un sonnellino.
Giuro che io ci provo a trattenermi ma mi dite come si fa? COME. SI. FA??? Cioè passi dieci ore a cercare una stanza aperta per dormire? Ma perché? Perché?!!!
Comunque d'un tratto si trova circondato da tre giovani donne con labbra voluttuose e denti scintillanti e ovviamente davanti a sei paia di tette il neurone di Jonathan alza bandiera e da forfait. Perché, se ogni persona con un minimo di istinto di sopravvivenza (per non parlare del più comune buon senso) si sarebbe soffermato su "denti scintillanti", il sangue del nostre eroe a labbra voluttuose ha preso a dirigersi verso un punto lontano dalla testa. Così da uomo fedele e in procinto di sposarsi, Jonathan viene sopraffatto dal desiderio di limonarsi non una, non due, ma tutte e tre le belle fanciulle.
Hai capito il tontolone? Per provare ad aprire il portone ci ha messo due mesi, ma per mettere le corna alla fidanzata neanche due secondi.

Le tre, capendo che il poverino ha lo stesso Q.I. di un'ameba morta, ridacchiano contente visto che
 "Ce n'è per tutte."
 Insomma meglio di un take away con consegna a domicilio, tanto Jonathan a scappare non ci pensa minimamente. Voglio dire non sente l'impulso con il conte, figurarsi con tre belle gnocche che gli si strusciano addosso.

La bionda, leccandosi le labbra per l'acquolina (che io fossi in lei ci penserei due volte anche solo ad annusarlo un affare del genere), gli si avventa al collo, ma sul più bello sopraggiunge il conte che aggredisce la donna gridando
"Come osate toccarlo voi altre? Quest'uomo appartiene a me"

Oh! Era ora! E bravo conte non è mai troppo tardi per fare coming out.
Ora non so quanto la situazione volga a favore del nostro eroe, ma come si dice a caval donato...
Il conte, da amante appassionato, si dimostra categorico; Jonathan non si tocca. Per ora.

Per ora?
Ecco questa postilla a mio avviso suona un tantinello inquietante, ma se non si preoccupa il diretto interessato perché dovrei stressarmi io.
Non contento Dracula assicura all'arzillo trio che, quando avrà finito con lui (e, non per essere maliziosa, ma non specifica nel fare cosa), potranno baciarlo a volontà.
A tutto ciò Jonathan ovviamente non partecipa (forse non capisce?), rassicurato dalla prospettiva di un futuro breve, ma prospero di baci. In fondo è la qualità non la quantità che conta, no?

Visto che il conte non è tipo da lasciare una donna insoddisfatta, figuriamoci tre, lancia loro un sacco da cui sembra provenire un vagito. Le tre si scagliano subito sull'involucro e il nostro eroe, da vero uomo, sviene.

Il giorno dopo Dracula chiede a Jonathan di scrivere tre lettere post datate e, tanto per non correre rischi, gliele fa scrivere sotto dettatura, che manco più i bambini alle elementari. Così la prima datata 12 Giugno deve informare che partirà a breve, la seconda del 19 dirà che parte il giorno dopo e l'ultima del 29 Giugno dove dice che ha lasciato il casello.

E visto che, non  sia mai che il conte abbia qualche noia per la sua scomparsa, Jonathan le scrive pur capendo di stare praticamente firmando la sua condanna a morte. 
Giungiamo al 17 Giugno, quando dei carri arrivano nel cortile del castello. Con la prima e unica manifestazione di un briciolo di istinto di sopravvivenza, Jonathan si mette a urlare per richiamare l'attenzione dei presenti, ma visto che i braccianti non sono scemi e non hanno voglia di morire, fanno orecchi da mercante e vanno via.
Pelo pelo inquietante è che i suddetti carri trasportassero delle casse di legno rettangolari corredate da simpatiche maniglie in corda, l'ultima moda in fatto di tombe chalby chic.
Che poi, caro conte, capisco avere il braccino corto, ma che figura ci fai con delle bare così spartane?
Ma eccoci al fatidico giorno, quando ciò che credevo impossibile si avvera. Il 22 Giugno Jonathan ha una folgorazione divina e si rende conto (tenetevi bene che questa è roba forte) di non aver mai visto Dracula di giorno!

E ci ha messo solo un mese e venti giorni per notaro!!
Come ovvia consecutio logica Jonathan decide di andare a dare un'occhiata alla stanza di Dracula (si, lo so gli istinti suicidi di 'sto poraccio non hanno limiti). Ma come entrare? Dalla porta? No... fa troppo roba da comune mortale. Il nostro Jonathan è un ragazzo originale, vuole l'entrata ad effetto, così opta per la finestra.
Si, proprio quella che dà sul precipizio, che poi almeno cascasse sollevandoci da cotanta stupidità. Invece sopravvive e si ritrova nella stanza del conte che è sorprendentemente vuota e piena di polvere.
Ora, passi il fatto che è vuota, ma il piena di polvere? Ma come conte fai la sguattera per i tuoi ospiti e poi fai crescere muschi e licheni in camera tua. Così proprio non va!
Jonathan nel frattempo ha visto una porta aperta che nasconde una scala a chiocciola e, visto che ormai quando c'è la possibilità di fare una cazzata lui non può proprio resistere, la percorre fino a ritrovarsi in un corridoio buio pervaso da un tanfo così disgustoso da fargli venir voglia di vomitare.
Ignorando anche gli stimoli olfattivi più basilari, l'intrepido protagonista va avanti fino a raggiungere una cappella dove vede della terra smossa e delle casse di legno. Dentro una di questo c'è niente popo di meno che il conte Dracula!

Ve be', va be' che i nobili sono eccentrici, ma così non stiamo esagerando un filino? Cos'è Mastrotta ha finito i materassi? O magari il conte è solo fan de Il Ciclone e dorme in una bara al grido di "Tappi Levante. Tappami si tu mi vo' bene."


Se già questo sarebbe stato più che sufficiente a far scappare a gambe levate qualsiasi persona, Jonathan no, lui resta a bearsi della vista del bell'addormentato che aveva
"Gli occhi spalacanti e impietriti. Non si muoveva né respirava. Non dava segni di vita."
E finalmente davanti a questo spettacolo il nostro eroe scappa. No, ora però non fatevi strane idee. Non è che scappa scappa. Se ne torna solo in camera.
Arriva così anche il 29 Giugno, data dell'ultima lettera secondo cui il caro Jonathan ha già lasciato il castello. Dunque a questo punto il conte potrebbe dargli una bella badilata e seppellirlo in giardino che tanto nessuno andrebbe a cercarlo lì e, giusto per palesare il suo stato emotivo e in preda a Dio-solo-sa-quali-pensieri, il bel protagonista va a farsi un sonnellino in biblioteca (che poi perché proprio in biblioteca?).
Tranquilli, a risvegliarlo ci pensa il conte che lo informa che l'indomani si separeranno perché è venuto il momento che Jonathan torni a casa, ma quando la carrozza verrà per portarlo alla diligenza non sarà presente.


Siiii, Dracula. Ci hai proprio convinto. E infatti nemmeno l'idiota per eccellenza se la beve e per una volta gli viene il cacaccio.
Quella notte poi fuori dalla porta della sua stanza sente dei rumori e riconosce le voci delle tre donne e di Dracula che le esorta ad avere un altro po' di pazienza
"Questa notte è mio. Domani sarà vostro"
Oh Jonathan, Jonathan ma che notte vivace ti si prepara.

La mattina dopo appena sveglio il nostro protagonista schizza al portone che ovviamente, povero scemo, è chiuso. Ma davvero gli hai creduto!
AH AH AH AH AH
Spinto dalla disperazione Jonathan ha un'idea. No, ma che dico un'idea, un'ideona.
"Devo trovare la chiave ad ogni costo."
Sul serio? Cioè so' due mesi che sei murato lì dentro e ti viene in mente solo ora di cercare la chiave per uscire?
Certe idee uno ci mette una vita per averle, ma vuoi mettere la soddisfazione che danno.
Per cercare la chiave Jonathan torna nella camera del conte (si, sempre dalla finestra ovviamente), corre alla cripta dove c'è la bara con Dracula che però stranamente sembra più giovane. I capelli da bianchi sono diventati grigi, le guance sono più piene, la pelle più rosea e sulle labbra risalta una goccia di sangue.
Ecco da chi ha preso Benjamin Burton, goccia di sangue a parte, si intende!
E, miracolo dei miracoli, per la prima volta in vita sua Jonathan ha un istinto non suicidario, sente invece il desiderio di distruggere il conte.
Afferrando una vanga che era lì accanto, il ragazzo si prepara a tirare una badilata al conte da stampare il calco della faccia sul metallo, ma in quel momento Dracula gira la testa e Jonathan lo manca procurandogli solo un taglietto.
Non afferrando bene il nesso causa/effetto tra prendere a badilate la gente e la fuori uscita di sangue, il nostro eroe rimane sconvolto al punto tale da decidere di scappare (e si stavolta scappare scappare). Così, dopo mesi passati a non fare un cazzo, deve un po' improvvisare decidendo di uscire dalla finestra, sempre quella sul precipizio, calandosi giù e come risarcimento danni emotivi ed esistenziali non manca anche di fregare un po' dell'oro polveroso del conte, che due spicci per il viaggio possono pure far comodo.
E qui finisce il quarto capitolo con l'eroe più scemo di sempre che dopo minacce di morte varie si decide a scappare con la più banale delle soluzioni, calandosi giù con la stessa grazia di Spiderpork.

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2 commenti:

  1. Ciao Alisya, aspettavo questi tuoi post così divertenti, mettono sempre di buon umore ;-)
    P.s. ti ho nominata qui http://langolodiariel.blogspot.it/2017/07/liebster-award.html

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    1. Grazie mille Ariel sia per il commento che per la nomina. Vado subito a dare un'occhiata! :)

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