Recensione: "Briciole" di Alessandra Arachi

Ben ritrovati Readers.
Oggi vorrei lasciarvi una recensione su un libro particolare, un libro che non mi sento di consigliare a tutti visto che tratta in modo abbastanza diretto un disturbo importante come l'anoressia.
 
È difficile credere all’anoressia mentale. Chi la osserva da fuori non riesce a concepire che il cibo possa diventare un nemico così, all’improvviso, apparentemente senza motivi. Chi la vive non capisce più come sia possibile per le persone riuscire a mangiare senza pensieri, senza ansia, senza angoscia. Briciole: un’anoressica non concede più di tanto cibo al suo corpo. Briciole: un’anoressica non concede più di tanto spazio al mondo esterno. Ma succede che anche una briciola di emozione può ribaltare la vita.

 
Era da un po' che volevo leggere questo libro, ma prima di avventurarmi ho preferito aspettare il momento giusto. Briciole infatti è una storia che non si può affrontare a cuor leggero dato il tema delicato che tocca.
Pur nella sua brevità, la storia della Arachi è molto intensa, un racconto pieno di paure e angosce che riporta il dramma di una ragazza affetta da disturbi alimentari. Però se da un lato questo aspetto rende la lettura intensa, dall'altro ne svela la natura fittizia. L'esacerbare certi aspetti, l'insistere sui processi mentali della protagonista, per quanto efficaci nel rendere il personaggio, lo rendono al contempo poco verosimile.
 
Briciole è il modo in cui l'autrice ha deciso di parlare di una delle patologie più insidiose della nostra epoca, l'anoressia, un demone che strisciando si insinua nella testa spingendo le persone a vedere nel cibo un nemico e nella scelta di controllarlo una fonte di potere e controllo.
Un aspetto infatti che si capisce dal libro è che a un certo punto il disturbo non è più una mera questione di peso, ma si trasforma nella chiave del controllo sulla propria vita e sulle proprie scelte.
La Arachi ha sicuramente uno stile interessante ed è stata capace di creare un personaggio conturbante che mostra, senza tanti veli, gli aspetti più oscuri di un disturbo insidioso, ma avendo letto testimonianze di chi l'anoressia l'ha provata sulla sua pelle,  si capisce che il personaggio sposa un modo di raccontare esterno. Le spiegazioni, i processi mentali, sono troppo razionali (per quanto perfetti nel dipingere il rapporto di Francesca) e mancano della componente emotiva.
Inoltre per quanto il libro susciti forti emozioni e possa disturbare le persone più sensibili, io ho fatto fatica a entrare in empatia con la protagonista che rimane in un certo qual modo abbastanza fredda. La sua disperazione, le sue angosce le capisco ma non le sento. Oltretutto si bypassa completamente le problematiche che stanno alla base di questo disturbo perché molto spesso l'anoressia è il sintomo di un disagio più ampio e non un disturbo che nasce dal niente. Questo aspetto nel libro non è minimamente considerato in quanto la protagonista è calata in una realtà familiare funzionale (o almeno non così disfunzionale da risultare patologica), è contornata da amicizie normali, fino a che non decide di isolarsi. È la stessa autrice a dirlo, tutto inizia con tre polpette, ma nella realtà difficilmente tutto inizia solo così.
 
Ovviamente questo tipo di approccio permette alla Arachi di focalizzare l'attenzione sul disturbo, ma rischia anche di dare una visione unilaterale di un problema che è invece molto più complesso e che spesso è la spia di un disagio che riguarda l'intera rete familiare/socale in cui la persona affetta è coinvolta.
Se l'argomento vi interessa, Briciole rimane una lettura valida e forte che non consiglio a tutti, soprattutto ai più giovani che potrebbero essere toccati (e forse negativamente influenzati) da un modo di narrare diretto e assai vivido. Però per questo stesso motivo lo stile risulta coinvolgente, a tratti duro, ma sicuramente efficace per dipingere un abisso da cui sembra difficile uscire.
 
****
4/5
 
Titolo: Briciole
Autore: Alessandra Arachi
Editore: Feltrinelli
Pagine: 104

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