Recensione: "Giro di vite" di Henry James

READING CHALLENGE
n°64 - Un libro con la copertina blu
 
Con questo classico ho avuto un rapporto tira e molla. La trama mi ha colpita fin da quando l'ho scoperto sui banchi di scuola, ma mi ero fissata a volerlo leggere in lingua originale.
L'avrò iniziato cento volte, ma poi arrivata ad un certo punto o mi annoiavo ad usare il vocabolario o perdevo il filo e lasciavo perdere. Il risultato? Praticamente ho imparato i primi capitoli a memoria.
 
Protagonisti del più famoso racconto nero di Henry James sono due bambini, Flora e Miles, perseguitati ma anche attratti dai fantasmi di due personaggi che in vita condividevano le loro giornate. Come in tutti i racconti di James, però, vero protagonista è anche la cupa, minacciosa atmosfera, piena di oscuri presagi, che incombe su paesaggi e persone. Una storia nella più stretta tradizione gotica, tra sovrannaturale e realtà, scritta da un grande narratore dell'Ottocento.

Ricordo che di "Giro di vite" mi colpì la trama, questo voler insinuare nel lettore il dubbio sulla verità dei fatti. I fantasmi erano reali?
Forse l'averlo iniziato troppe volte mi ha rovinato un po' il gusto di questo racconto, perché devo dire che per come me lo sono sempre immaginato, credevo instillasse un senso di incertezza maggiore, che confondesse molto di più chi legge.
L'indubbia protagonista di "Giro di vite" è ovviamente l'istitutrice (che è anche la voce narrante) di cui però non viene svelato mai il nome. Il libro si basa tutto su di lei, è il suo punto di vista a tenere in piedi l'intera storia. Lei è la sola a vedere i fantasmi, anche se è la signora Groose, una domestica, a dar loro un volto ed un nome. In questa donna, semplice e credulona, l'istitutrice trova un'alleata disposta a crederle anche senza vedere e da lei riesce a farsi dire esattamente ciò che vuol sentire. E così il dubbio iniziale sulla veridicità delle visioni, si trasforma in certezza sfociando infine nell'ossessione.
Il pensiero delle presenze intorno ai bambini è invadente, non lascia spazio per altro. L'istitutrice sa che anche loro li vedono, anche se niente lo prova.
Mano a mano che il racconto va avanti la paranoia cresce fino a coinvolgere anche Flora e Miles che dalle figure angeliche e prive di difetti che sono all'inizio, assumono sempre più agli occhi della giovane donna le caratteristiche di piccoli demoni corrotti dalla presenza di Quint e della signorina Jessel (sia in vita che adesso che sono morti).
 
Presenze reali o immaginarie? Questo è il filo su cui si regge la trama, questa la domanda che dovrebbe finire per farsi chi legge. I bambini vedono i fantasmi?
Ammetto che se contestualizzato nell'epoca in cui fu scritto, l'opera di James è non solo brillante ma anche pioneristica, anticipando di pochi anni il fenomeno che Freud definirà come isteria. E il dubbio che cerca di insinuare deve aver fatto assai più presa in quel contesto rispetto ad oggi dove ormai certe sottigliezze ci scivolano addosso. Forse anche per questo mentre leggevo "Giro di vite" ho fatto fatica a sentire l'atmosfera inquietante che mi aspettavo suscitasse.
Brividi a parte, il libro di James è un classico ben scritto che tocca tra le righe molti temi "scottanti" della società dell'epoca dalla già citata isteria al rapporto dubbio che legava i bambini a Quint e la signorina Jessel (con tutto il tema annesso, nel libro più o meno velatamente accennato, della sessualità infantile).
Il finale, il punto più interessante dell'intero racconto, mi ha lasciata letteralmente a bocca aperta.
 
CARINO, MA...
 
 
Titolo: Giro di vite
Autore: Henry James
Editore:  BUR
Pagine: 196
Prezzo: € 4,99

2 commenti:

  1. E' il mio classico preferito, mi dispiace che non ti abbia lasciato quel qualcosa in più. ti consiglio anche care presenze della neri pozza se riesci a trovarlo.

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    1. Probabilmente colpa mia e del tira e molla!
      Grazie mille per il suggerimento, me lo segno subito! ;)

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