Recensione: "L'ultimo sopravvissuto" di Sam Pivnik

READING CHALLENGE
N° 44 - Un libro storico
 
 
Una storia vera. Una testimonianza importante che ci aiuta a non dimenticare ciò che è successo e le vite innocenti che sono state spezzate.
 
Sam Pivnik, figlio di un sarto ebreo, nasce a Bedzin in Polonia e trascorre una vita normale fino al primo settembre del 1939 - giorno del suo tredicesimo compleanno - quando i nazisti invadono la Polonia e la guerra spazza via in un attimo ogni possibilità di futuro. Da quel momento la sua vita non sarà più la stessa. Sam conosce il ghetto, i divieti imposti dai nazisti, il coprifuoco, gli stenti, il terrore per le strade. Poi, dopo un rastrellamento, tutta la sua famiglia viene deportata al campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau. Strappato alla sua famiglia, che trova la morte nelle camere a gas, Sam subisce terribili soprusi e atrocità, e ogni giorno, alla famigerata Rampa di arrivo dei treni dei deportati, vede compiersi sotto i suoi occhi la più inenarrabile delle tragedie. Sopravvissuto alla crudeltà delle SS e dei Kapo, ai lavori forzati nella miniera Fürstengrube e alla “marcia della morte” nel rigido inverno polacco, Sam è infine tra i prigionieri sulla nave Cap Arcona, bombardata dalla Royal Air Force perché luogo di esperimenti dei nazisti su donne e bambini da parte delle SS. Ma ancora una volta, miracolosamente, riesce a salvarsi.


Come tutti i racconti dei sopravvissuti all'Olocausto, anche questo ti tocca dentro sconvolgendoti.
Sam Pivnik aveva solo 13 anni quando ha visto tutta la sua famiglia morire solo perché qualcuno ha indicato a sinistra, invece che a destra. E come lui, tanti altri hanno visto morire parenti, amici, persone care solo per assecondare il sogno di un folle.
La storia di Sam è la storia di centinaia di altre persone, una delle preziose testimonianze sopravvissute allo sterminio nazista, un orrore che con la fine della guerra, in molti hanno provato a negare. Nessuno sapeva niente. L'orrore, le barbarie, lo sterminio di massa: non erano mai successi.
Purtroppo invece è accaduto ed è importante leggere ed ascoltare i racconti di chi è sopravvissuto per non dimenticare.
Quella dell'Olocausto è una lezione amara, ma da cui possiamo imparare a non ripetere gli stessi errori. L'odio totale ed indiscriminato non porta altro che alla perdita di vite innocenti.
Sam Pivnik non è uno scrittore ed il suo libro non vuol essere un romanzo, ma una testimonianza. È scritto in modo semplice, con un linguaggio comune e con uno stile elementare, ma descrive benissimo l'inferno che ha passato. Attraverso le sue parole è quasi possibile vedere il lager, le SS, e la disperazione che su tutti i prigionieri regnava sovrana.
È un libro che ti fa arrabbiare e riflettere, che ti fa chiedere come sia stata possibile una tragedia su così ampia scala. Ogni volta che leggo il racconto di un sopravvissuto mi chiedo come abbiano fatto a resistere a tutte le atrocità subite e viste, all'indifferenza del mondo a quella realtà che doveva essere un inferno in terra. Eppure spesso i superstiti, nonostante tutto, sono riusciti di nuovo a guardare al mondo con ottimismo, fiducia e speranza, e forse è questo il vero insegnamento che dovremmo trarre dalle loro storie.
"L'ultimo sopravvissuto" è sicuramente un libro forte, che non risparmia dettagli scomodi e sconvolgenti, ma proprio per questo vale la pena leggero, perché in fondo non è altro che la cronaca di una storia vera.

Titolo: L'ultimo sopravvissuto
Autore: Sam Pivnik
Pagine: 326
Editore: Newton Compton
Costo: € 9,90

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